A Gallarate un consiglio comunale “contro i cortei”

Abbiamo appreso dai giornali che nel prossimo consiglio comunale la
maggioranza si appresta a votare una mozione di condanna del corteo di sabato per la difesa degli spazi sociali e del territorio.
Se chi ha devastato in questi anni Gallarate soffocando ogni spazio (e non solo verde) con quintalate di cemento (dai palazzi ai centri commerciale), operando scelte in nome degli affari realizzate sulla testa di tutti/e è infastidito dalla manifestazione di sabato, significa che quel corteo è servito eccome e ce ne vorrebbero altri cento!
La scomposta reazione di questi mediocri rappresentanti del potere locale, si è spinta fino ad invocare il divieto di manifestare, argomentando tale imposizione con i problemi di traffico e la chiusura di alcuni negozi addebitati al corteo, ma che in realtà loro stessi hanno prodotto.
Sabato il traffico non è stato bloccato dal corteo, ma dal dispositivo stile cileno che è stato messo in campo, non solo con una presenza militare sconosciuta a questa città dai tempi del ventennio (con decine di blindati), ma con la delimitazione del percorso con nastri bianchi e rossi, al fine di impedire qualunque contatto tra corteo e cittadini.
Chi ha chiuso la città al traffico (vie e viuzze blindate e delimitate) è proprio chi ora lamenta i disagi prodotti dalla sua stessa scelta.
D’altronde chi amministra Gallarate è il principale artefice della incredibile gestione quotidiana della viabilità, che consegna alla “certezza della coda” chiunque si avventura nelle strade di questa congestionata città.
Agli smemorati di Collegno ci permettiamo di ricordare alcune loro devastanti scelte in materia.
• Realizzazione della ristrutturazione di Piazza Risorgimento, con modifica della viabilità cittadina. Anche un cretino è all’altezza di comprendere che se dirotti il traffico da ogni via verso Piazza Risorgimento, crei solo un gigantesco ingorgo. Tutte le strade portano a Roma, diceva un vecchio detto, solo che Gallarate portano a Piazza Risorgimento. Tale decisione è stata imposta con la forza nonostante le proteste di molti cittadini per l’assurdità della scelta , per gli alberi abbattuti e per l’inadeguatezza dei passaggi pedonali. Ma gli affari e gli affaristi vengono prima di tutto, vero Sig, Mucci, Sig. Bossi (assessore all’urbanistica) ed Sig. Arch. Bossi (allora Dirigente del settore Urbanistica)?
• Realizzazione della “tangenzialina”, che arriva dalla zona industriale, percorre il sovrappasso della Mornera per poi lambire il quartiere di Via Puglia e proseguire nello scempio verso via Pietro da Gallarate. Una tangenziale che passa davanti a case popolari con il rischio di investire quei pochi bambini che ancora osano giocare in cortile e per strada, divisa da un criminale spartitraffico in cemento alto 20 cm, pericolosissimo in caso di incidente per motociclisti, ciclisti e pedoni (peraltro già diversi incidenti sono avvenuti alla rotonda di Via Magenta/ Via Pietro da Gallarate, con tanto di morti e feriti) . Una tangenziale che ha ulteriormente appesantito il traffico in zona e non ha affatto ridotto il traffico in Via Torino come raccontavano i nostrani amministratori dalla lingua biforcuta ai cittadini (diverse centinaia) che protestavano in un affollato consiglio comunale. In quella stessa serata si è passati dalle menzogne alle minacce di arresto per chi impediva il normale svolgimento del consesso di affaristi, atteggiamento tipico di un potere autistico che ritrova il gusto della relazione solo quando si tratta degli affari degli amici degli amici.
• Realizzazione del centro commerciale “Il Fare”, con devastazione di un quartiere spezzato in due per permettere tale insediamento. Anche in questo caso la pretesa degli affaristi di Palazzo Borghi era quella di far passare tutto il traffico dall’ingresso del Centro Commerciale. Ma a quanto pare le proteste dei cittadini sono divenute pratica quotidiana ed il Centro commerciale si è trasformato in un deserto ed è fallito e ci auspichiamo che tale sorte travolga anche chi ha operato queste devastanti scelte.
• Posizionamento di divieti di sosta a pagamento intorno all’area stazione al fine di costringere i pendolari ad utilizzare un parcheggio a pagamento nei pressi della Stazione. La solita gestione affaristica in cui si specula anche su chi già è costretto a realizzare mille sacrifici per recarsi la lavoro, insomma dei veri sciacalli!

Meglio, fermarsi qui, anche se la lista potrebbe proseguire all’infinito, visto che con la recente approvazione del PGT (Piano di Governo del territorio) altre devastazioni si profilano all’orizzonte, per cui lo scempio è solo all’inizio!

Un’ultima precisazione ci sembra però doverosa. Sabato alcuni negozi sono rimasti chiusi non per il corteo, ma su consiglio di alcuni “tutori dell’ordine”, per cui la prossima volta gli auguriamo di non seguire cattivi consigli, frutto solo di logiche securitarie, vere e proprie ossessioni patologiche, portatrici solo di
danni e non certo di benefici!

fonte: Ultimi Mohicani