Dopo ripa colpisce ancora, il ritorno di Savona e la saga continua…

Giovedì 14 ottobre a mezzogiorno, dopo quattro mesi di occupazione, la Bottiglieria Occupata di via Savona 18 è sotto sgombero. Il dispiegamento di forze poliziesche è più che imponente, i celerini sono stati inviati da numerose altre città. Sono tanti ed hanno paura. Paura di quello che potrebbe succedere. Dopo lo scorso sgombero di Ripa che ha dato solo più forza per permettere di prendere un nuovo posto e conoscere nuova gente, dopo il corteo studentesco dell’8 ottobre, e quello che accade ogni giorno a Milano e in Italia, tutto è possibile. Hanno paura dei tabù che sono stati ultimamente rotti in questa città e di quanti ancora se ne possono rompere.

Ed ecco che arriva il primo: appena sfondato il portone, gli sbirri si ritrovano sette compagni che già resistono sul tetto, determinati e sorridenti. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Iniziano in giornata i primi echi di solidarietà, ancora dei sussurri, qualche blocco nei pressi dell’università, una macchina ribaltata per bloccare una strada ed altro ancora. Il sentimento comune è che bisogna fare qualcosa subito. Intanto si tiene anche compagnia a quelli sul tetto, sotto assedio. Verso sera si blocca la circonvallazione; fortunatamente la polizia precede i compagni ed impedendogli di muoversi paralizza stupidamente un’arteria di Milano. Passeggiate collettive continuano in nottata fino a raggiungere il presidio permanente sotto via Savona. La notte è lunga ma la voce non manca. Cantiamo per riscaldare i compagni sul tetto e noi.

Venerdì 15: secondo giorno, secondo tabù rotto. I compagni hanno passato sul tetto la notte e sono pronti ad andare avanti. Al mattino dai licei arrivano nuove forze per il presidio mentre uno striscione di solidarietà, appeso al balcone da una vicina, suona come una pugnalata nel cuore della polizia. Per evitare ulteriori contatti con il quartiere ci hanno spinti in fondo alla via. Ci si ritrova alle 16 in XXIV Maggio. Si blocca la strada, si parte in corteo. C’è la rabbia contro la polizia come l’entusiasmo per quello che sta succedendo. Gli sbirri vogliono assolutamente che quelli del tetto scendano. Arrivati sotto Savona, dei compagni salgono per “convincere”, secondo la polizia, “i sette pazzi” a scendere. Divertente: noi riusciamo a parlare con quelli sul tetto e a vedere il loro sorriso mentre la polizia continua a rosicare. Un compagno è costretto a scendere per recuperare una sacca di cibo, eroicamente lanciata da un tetto adiacente. Abbiamo anche il coraggio dalla nostra. La sera si dividono i compiti: chi scrive un comunicato, chi si organizza per la seconda notte, chi per la mattina.

Sabato 16: terzo giorno. La mattina di nuovo là sotto si comunica, si fa sapere cosa succede. Milano vive un’atmosfera strana. Un quartiere intero bloccato da giorni da uno schieramento di poliziotti ormai esauriti che si accompagna ad un’esplosione di solidarietà attiva verso i resistenti. Alle 15 ci si ritrova in Porta Genova. Intanto inizia a piovere, l’acqua e il cibo sono finiti ma la voglia di stare su c’è ancora.

Ore 16 un nuovo posto è stato occupato. I compagni, informati del fatto, sono disposti a questo punto a spostarsi dal tetto se un corteo va a riprenderseli e li accompagna via senza denunce ne identificazione. Così avviene e con estrema gioia si decide di continuare la festa da un’altra parte. Se la polizia pensava di poter tirare finalmente un sospiro di sollievo si sbagliava.

Se non si riprende Savona oggi, sarà per un’altra volta.

I compagni che si sono appena spostati dal tetto, quelli che li hanno sostenuti, quelli che erano al loro fianco in strada e che hanno continuato a far vivere lo spirito di via Savona si sono raggiunti stasera in questo nuovo posto occupato.

Questo luogo è già molto più di una semplice via Savona 18 in esilio. Intende essere un punto da cui continuare l’azione di questi ultimi giorni. Un luogo a disposizione di chiunque volesse proseguire nella direzione che è stata quella delle ultime 72 ore: organizzarsi per resistere di fronte alla polizia, bloccare la metropoli per trovare il giusto contro-tempo e scatenare lo sciopero irreversibile.

Bentrovati nella Stamperia.

Domani DOMENICA 17 ore 16
apriremo le porte a tutti

ASSEMBLEA APERTA
portate da bere e da mangiare