Operai Contro, videoproiezioni al Kinesis

Mercoledì 10-17-24 febbraio – ore 21 – proiezioni gratuite
Kinesis autogestito, via carducci 3, TRADATE –
tel/fax 0331 811662 – kinesis.tradate@gmail.com

Stampa e diffoni il pieghevole: fronteretro.

LA GATTA (SELVAGGIA) SU UN TETTO CHE SCOTTA

In un panorama in cui i complessi industriali vengono in gran parte
smembrati, svenduti, abbandonati, per far posto ai progetti finanziari
della new economy, lavoratori non esattamente entusiasti di questo
rinnovamento, escono dagli schemi, disertano i sindacati, si
arrampicano sempre più in alto, cercando strumenti e forme di lotta che
vadano oltre.
Dallo sciopero selvaggio dei lavoratori ATM di Milano, alla lotta
durata più di un anno dei lavoratori INNSE, agli operai saliti ovunque
sui tetti delle fabbriche occupate, ai “sequestri” degli
amministratori, ai blocchi delle autostrade e delle ferrovie, ai
picchetti che hanno bloccato per giorni e notti intere le merci nei
magazzini della Grande Distribuzione Organizzata a Origgio e Turate,
alla lotta della FIEGE di Brembio (Lodi), vincente dopo quattro giorni
di blocco dei camion in entrata e in uscita. Si apre una possibilità di
ribellione ad un mondo che ci vorrebbe pedine obbedienti, il cui unico
sogno permesso è quello di “farsi” imprenditori di se stessi e di
gettarsi nella mischia della competizione sfrenata e della caccia al
franchising del momento, ove, indebitandosi fino al collo, adoperarsi
nello sfruttare altri simili.
Ma qualcuno non ci sta, non si rassegna all’ennesima speculazione sulla propria vita, all’ennesimo stravolgimento determinato dall’alto. E così, salire sui tetti, sulle gru, sui silos,
sempre più in alto, salire in cima per vedere oltre. Coraggio, ancora
uno sforzo, che sia quello per un salto decisivo, per
l’autodeterminazione e l’autogestione delle nostre vite. Non abbiamo
poi molto da perdere, se non il tetto di quei capannoni che ci rendono
schiavi, su cui arrampicarci. Ce lo insegna la rivolta degli schiavi di Rosarno, che non avevano
neanche un tetto su cui arrampicarsi, passati senza indugio al passo
successivo.


Mercoledì 10 febbraio
THEMROC

Francia/Italia, 1973, di Claude Faraldo.

Operaio presso la ditta "Gentil", Themroc rimane un giorno sconvolto dagli assurdi rimproveri di un superiore.
Tornato al suo modestissimo appartamento, il protagonista lo trasforma
in una specie di grotta trogloditica, iniziandovi una rivolta radicale,
trovandovi la libertà e la felicità.
Gendarmi, poliziotti e soldati intervengono per riportarlo all’ordine:
ma la rivolta di Themroc ha già contagiato il caseggiato e si diffonde
in tutta la città.


Mercoledì 17 febbraio
PAUL, MICK E GLI ALTRI

THE NAVIGATORS, Gb/Rft/Spagna, 2001, di Ken Loach.

Sheffield, 1995: un gruppo di operai deve fronteggiare la
privatizzazione delle Ferrovie Inglesi. Da un giorno all’altro, la
società per cui lavorano cambia nome e le nuove regole sono:
produttività, competizione con i colleghi, mantenere le morti sul
lavoro "entro limiti accettabili".
Tutti sono spinti a licenziarsi grazie ad una subdola "indennità
speciale", per poi tornare alle stesse mansioni per conto di agen-
zie di lavoro temporaneo. L’offerta sembra allettante, salvo poi
accorgersi che il nuovo datore di lavoro non gli garantisce più niente:
niente più ferie retribuite, assegni di malattia, contribuiti,
assicurazione sanitaria, sicurezza sul lavoro. Ma, soprattutto, gli
operai di Sheffield, entrando in competizione l’uno con l’altro secondo
le implacabili leggi del libero mercato, perdono la coesione e lo
spirito di gruppo che li aiuta
va ad andare avanti.
Così al deposito rimane solo Jerry, che si ostina a rifiutare un mondo
dove, come dice verso la fine, ci si trova in una situazione da scacco
matto: "qualunque mossa fai, hai perso".


Mercoledì 24 febbraio
LOUISE-MICHEL

Francia, 2008, di Benoit Delephine e Gustave De Kerven

Nella provincia francese, un gruppo di operaie è in allarme a causa
della forte riduzione di personale, vengono rincuorate e
tranquillizzate con promesse e piccoli regali. Ma la speranza delle
lavoratrici viene spazzata via la mattina seguente, quando scoprono che
la loro fabbrica è stata completamente sgomberata nella notte. Dopo un
iniziale smarrimento, le donne si radunano per trovare una soluzione.
Rimaste sole, con solo 2000 euro di liquidazione, ognuna avanza un’idea
per la realizzazione di un nuovo progetto. La più caparbia, Louise,
propone di investire il loro misero risarcimento assumendo un killer
che uccida il loro capo. L’idea trova il consenso unanime e Louise
ingaggia il bizzarro Michel.
I due intraprendono un viaggio alla ricerca del datore di lavoro e, con
l’aiuto di alcuni eentusiasti malati terminali, risaliranno la piramide
degli affaristi coinvolti nella "liquidazione" della loro fabbrica,
liquidandoli a loro volta.