Rumeno chiede lo stipendio: i carabinieri lo arrestano e lo sbattono dentro

Rumeno chiede lo stipendio: i carabinieri lo arrestano e lo sbattono in galera senza ascoltare la sua versione dei fatti. Rumeno arrestato, non era un estorsore ma chiedeva lo stipendio

Prima viene arrestato in pieno giorno, all’interno di un bar pieno
di gente, come un qualsiasi delinquente e poi lo rilasciano dopo 4
giorni di carcere perchè non ci sono prove di reato. L’amara vicenda è
accaduta a Mesenzana, all’interno di un bar lungo la strada statale
394, tra V.C., rumeno 37enne e il suo ex-datore di lavoro, un luinese
di 60 anni. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri di Luino
il rumeno si era licenziato dalla ditta del luinese dopo tre mesi di
lavoro. dopo circa un mese, però, il rumeno è tornato a farsi vivo con
alcune telefonate nelle quali chiedeva all’imprenditore di farsi
consegnare circa 3000 euro.

L’appuntamento per la consegna dei soldi, che secondo i carabinieri
era un’estorsione, era per il 25 ottobre nel bar di Mesenzana. Il
datore di lavoro, però, si era riolto ai carabinieri i quali si erano
appostati nei dintorni del bar in attesa dell’arrivo del rumeno. Non
appena l’imprenditore, però, ha consegnato la busta con i soldi da ogni
angolo sono spuntati gli uomini dell’Arma in divisa e in borghese per
arrestarlo. Il rumeno è stato così tradotto all’interno del carcere di
Varese senza avere la possibilità di esprimere la propria versione dei
fatti in quanto non gli era stato assegnato un mediatore culturale in
grado di tradurre. Una volta che il suo caso è giunto davanti al
giudice per le indagini preliminari Giuseppe Battarino questo non ha
confermato la custodia cautelare in quanto non sussisterebbero elementi
che provano l’estorsione.

Il caso del rumeno è stato presentato oggi, martedì 4 novembre, da
Marinela Cozma dell’Anolf e Sergio Moia dela Cisl. «Il ragazzo, appena
liberato, si è immediatamente presentato da noi – ha detto Marinela
Cozma, rappresentante aanche della Filca – abbiamo ascoltato la sua
storia e abbiamo deciso di fare una conferenza stampa per dare il
giusto spazio a questa notizia che, altrimenti, nessuno avrebbe
riportato. Continuando a gettare in pasto ai lettori notizie negative
sugli stranieri non si fa altro che aumentare il pregiudizio». Dello
stesso parere Sergio Moia della Cisl il quale ha sottolineato lo stesso
aspetto: «Nel paese si sta creando un brutto clima – ha detto Moia – se
non avessimo fatto questa conferenza stampa avremmo contribuito».

Ma cosa dice l’ordinanza del Gip? In sostanza sostiene che il rumeno
non voleva estorcere alcunchè ma ottenere il corrispettivo di alcuni
lavori eseguiti dal rumeno e durati 3 mesi e due settimane. Secondo la
ricostruzione del Gip il datore di lavoro aveva corrisposto al rumeno
solo una parte dei soldi e sulla rimanente cifra i due avevano già
litigato in passato.Anche le telefonate intercorse tra l’italiano e il
rumeno non hanno fatto emergere nulla che caratterizzi un’estorsione ma
un semplice accordo su luogo, ora e somma da consegnare, come detto, a
pagamento di un lavoro svolto dal rumeno a favore dell’italiano.

Martedi 4 Novembre 2008
Orlando Mastrillo

fonte:varesenews.it