Una città giardino molto positiva

La candidatura della madre di Claudio Meggiorin per Alternativa Sociale
è un ulteriore passo del progetto che vuole un avvicinamento del polo
dell’estrema destra Mussolini – Forza Nuova, alle componenti
pseudo-fasciste più giovani e “ribelli” della zona, ad esempio quella
vicina alla tifoseria del Varese.
La cosa è preoccupante, ma in effetti ce lo si poteva immaginare.
Guardando ai fatti da un altro punto di vista si potrebbe però
affermare che a Varese, una delle città più fasciste d’Italia,
l’estrema destra non conta poi molto. Se per racimolare
uno sputo di visibilità, questi difensori del privilegio e del sopruso,
sperano di far leva sull’orgoglio dei giovani fascisti e sui voti delle
loro mamme, significa che non sono poi così forti. Non sono poi così
radicati e anzi, non sono affatto una “Alternativa” (figuriamoci poi
“Sociale”). Purtroppo è invece radicata la cultura da cui provengono,
che legittima apertamente le loro pratiche: quella di una borghesia
fascista e cattolica che da sempre governa la realtà territoriale di
Varese.
Varese, “città giardino”: che schifo! La miseria della natura
recintata, progettata e plastificata, perfettamente integrata nella
sterile funzionalità cittadina.
Varese, città-fabbrica, dove tutto è subalterno alla produzione di merci, di servizi, di eventi, persino di divertimento.
Varese, città-carcere, dove il controllo vige ormai sulla quotidianità
di tutti, grazie alle coraggiosissime bande armate di “vigilanza” ed al
sistema di videosorveglianza quasi totale del territorio, complici gli
onesti e zelanti cittadini, subito pronti a denunciare ogni scostamento
dalle linee guida dei potenti. Pur di non mettersi in gioco
personalmente e di non rinunciare alla tranquillità di una vita fatta
di lavoro/casa/tv/auto/cellulare/internet, si preferisce delegare la
gestione della propria vita ad altri, senza mai mettere in discussione
nulla ed accettando i diktat della politica.
Una realtà cogestita dalla sinistra e dalle sue appendici
“alternative”, tutti veri esperti del controllo sociale, del recupero
politico, della pacificazione dei conflitti.
L’antifascismo in se stesso non ha alcun senso. Si può infatti forse
desiderare un mondo senza fascisti, dove perdurano i c.p.t., veri e
propri campi di concentramento per immigrati? Dove continuano lo
sfruttamento dei deboli da parte della borghesia, la distruzione della
natura, le guerre, la produzione di veleni da parte del mondo
industriale?
Soltanto le lotte portate avanti in prima persona, senza deleghe e
compromessi col mondo infame della politica, possono intaccare il
substrato culturale che vive in simbiosi con le
città-giardino-fabbrica-carcere, create e difese con la forza, dai
potenti di ogni schieramento.  

Smettere di accettare la vita preconfezionata del mondo del capitale e del lavoro.
Smettere di supportare la noia e la morte.
Creare situazioni di libertà, autogestione, gioia e rivolta.

Alcuni evasi dal giardino.

P. S.
Adesso!