LAVORATRICE DI POSTEITALIANE IN LOTTA CONTRO IL GREEN PASS!
Da questa mattina circolano questo messaggio e queste foto. Invitiamo tutti alla solidarietà.
“Ciao a tutti. Una lavoratrice del centro di recapito Posteitaliane di Cazzago Brabbia, ha iniziato una protesta contro il ricatto del Green Pass, davanti all’ingresso.
Sarà lì ogni mattina dalle 8 alle 11 circa, fino al giorno 20.
Sarebbe un bel gesto passare a trovarla per un saluto, una parola di solidarietà e magari qualcosa di caldo da bere.
Il centro é in Via Palude Brabbia 7, a Cazzago Brabbia, sulla strada provinciale”.
Riot! George Floyd Rebellion 2021, Fatti, testimonianze, riflessioni.
a cura di Calusca City Lights e radiocane.info
presentazione e discussione con i curatori del libro
“All’indomani dell’uccisione di George Floyd si è prodotta una sollevazione violenta e distruttiva, come non si vedeva da svariati decenni, con una partecipazione complessiva stimata tra i 15 e i 26 milioni di persone, in oltre duemila città, dalle più grandi alle più piccole. La consistenza della Floyd Rebellion si dà esattamente nelle interconnessioni fra le molteplici espressioni della protesta, nel loro fitto embricarsi che ha fatto saltare in aria identità, binarietà e altri regimi della separazione sociale, anzitutto le identità tracciate dalla linea del colore. Tutte le testimonianze narrano del carattere multiforme, multigenere e multigenerazionale dei partecipanti agli scontri, alle manifestazioni, ai saccheggi. Non già una rivolta razziale, ma il superamento della questione razziale nella rivolta, nel luogo più controrivoluzionario del Pianeta e nel bel mezzo della decomposizione generalizzata del Progetto Occidentale. Niente è più pericoloso per la borghesia americana d’una lotta proletaria multirazziale. E niente è più insidioso per la lotta di classe negli Stati Uniti dell’alleanza che il proletariato bianco ha storicamente stretto con il capitale e lo Stato. “
A partire dalla presentazione del libro insieme ai curatori proviamo a porci delle riflessioni a proposito del momento storico che stiamo vivendo,
un momento caratterizzato da grandi rivolte sparse per il globo,
da derive sicuritarie sempre più asfissianti, da un controllo sempre più capillare.
un momento in cui, forse, la capacità di immaginare la rivolta sta riemergendo.
Vi aspettiamo venerdì 22/10 dalle 20.30 al Circolo della Teppa.
Riceviamo e diffondiamo, invitando a verificare sempre i riferimenti normativi e creare gruppi per aiutarsi a vicenda e organizzarsi insieme, non affidandosi ad avanguardie e capi popolo, ancor più se improvvisati.
“NON ADERIAMO allo sciopero indetto dal FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali), è un sindacato finto e tra l’altro è legato all’estrema destra.
Questi signori stanno esponendo i lavoratori a prendere sanzioni pesanti di migliaia di euro.
La commissione di garanzia, ente preposto alla verifica dei requisiti per l’approvazione o meno degli scioperi, contesta lo sciopero generale con diverse motivazioni, e pertanto non ha la copertura perchè:
-non rispetta i tempi di rarefazione di 10 giorni tra uno sciopero e l’altro (c’è stato uno sciopero generale l’11);
-è stato comunicato solo ad alcune parti, pertanto anche volendo sarebbe uno sciopero multisettoriale e non generale, riguardante i settori pubblici e quelli di pubblica utilità secondo la legge 146 che regola gli scioperi;
-Lo sciopero è stato indetto appellandosi non a questioni contrattuali, ma all’ordine costituzionale dichiarando il green pass anticostituzionale, ma ad oggi così non è, si rifanno a ragionamenti che non hanno valenza oggettiva in questo caso (punto chiarito in fondo).
La cosa più semplice e che raccomandiamo è:
-rispondete alle richieste di preavviso sul possesso del green pass altrimenti il datore di lavoro la considera assenza ingiustificata, secondo il vostro contratto di lavoro.;
-presentatevi al lavoro non esibendo il green pass, la sospensione in questo caso non ha conseguenze disciplinari (come per una sospensione disciplinare), ma vi trattengono semplicemente la giornata dalla busta paga come per uno sciopero regolare. La sospensione sarà giorno per giorno fino al quinto giorno, dopo di che sarà a tempo indeterminato finché non esibiretete il green pass.
NOTA BENE:
Il FISI propone la questione della messa in discussione dell’ordine costituzionale, unico motivo per il quale può essere proclamato sciopero senza sottostare alle limitazioni poste dalla legge.
La commissione di garanzia ha risposto che questa questione con il green pass non esiste. In questa vertenza che hanno aperto crediamo debbano dimostrare la messa in discussione dell’ordine costituzionale… Ma, diciamo, perché invischiarsi in questa dinamica quando si può semplicemente non presentare il green pass per non lavorare?!
Nella confusione più totale ci hanno fornito gli elementi per scioperare dal lavoro senza indirne uno, approfittiamone e non aderiamo a sigle improvvisate che giocano con la vita dei lavoratori.”
“Perché una propaganda talmente oscena produce al tempo stesso la sottomissione più abietta e il suo contrario: se non proprio la rivolta, quanto meno il disgusto o la nausea. In quali proporzioni, con quali risultati, e secondo quali scadenze, queste sono domande alle quali nessun “sistema esperto” saprà mai dare una risposta, che può essere fornita solo dall’apparizione del movimento pratico stesso.” (Encyclopédie des Nuisances)
Due compagni dell’assemblea popolare di Busto Arsizio ci raccontano di come alcune e alcuni abitanti di quei luoghi hanno scelto di non sottomettersi, anzi di esprimere in varie forme, sempre diverse e in continuo cambiamento, il loro dissenso contro il green pass e contro un modo di vivere che pone sotto attacco, ancor più che prima, la libertà di ogni ognuno e ciascuno.
Ciao! Siamo un gruppo di insegnanti, educatrici e personale scolastico dell’Assemblea Popolare di Busto Arsizio che si sta occupando di sensibilizzare sulle problematiche politiche, sociali e psicologiche legate all’introduzione del Greenpass. Stiamo cercando di raccogliere voci e testimonianze scritte di resistenza quotidiana nel settore da utilizzare per la nostra causa.
L’idea è quella di montare un audio di di testimonianze personali legate ai disagi e alle ingiustizie che ognuno di noi sta vivendo sul lavoro e di diffonderlo nelle piazze durante le iniziative.
Crediamo fortemente nell’importanza di dar eco a tutte quelle persone che dal basso contribuiscono ogni giorno al cambiamento della società.
Se vuoi aiutarci mandami il tuo contributo ( scritto o audio ) anche in forma anonima oppure scrivi all’indirizzo assemblea.popolare@libero.it
Se sei interessato/a a partecipare all’organizzazione delle iniziative l’Assemblea Popolare si ritrova ogni martedì alle 18.30 a Busto Arsizio in Piazza San Giovanni.
«Ci giunge notizia di alcuni blocchi del traffico, anche in provincia di Varese, organizzati più o meno all’improvviso da gruppi di non sottomessi al sistema di controllo del Green Pass, incontratisi spontaneamente. Ovunque ci sono sia strade che cervelli in grado di immaginare quando, dove e come bloccare la grigia rassegnazione che vorrebbero imporci. NO Green-Pass? SÌ ROAD-BLOCK!»
Green pass è identificazione, classificazione, discriminazione, segregazione, repressione e sorveglianza.
Cosa ha a che vedere tutto ciò con la salute?
Il green pass in questo contesto rappresenta una tappa fondamentale di un percorso che tende al controllo totalitario, tramite digitalizzazione di ogni singolo individuo.
Indurre obbedienza e conformismo è il vero obiettivo delle misure governative, non per caso propagandate in modo arrogante e illogico, senza curarsi delle innumerevoli contraddizioni, al fine di mostrare chiaramente chi è che comanda.
Bisogna opporsi con forza e urgenza a questa infamia chiamata green pass prima che sia troppo tardi.
«I detenuti sono a quota 400. Ogni giorno risse e disordini. In tre in celle da due. […] Le sezioni scoppiano, gli ospiti si esasperano […] mercoledì 18 agosto due maghrebini si sono arrampicati fino al tetto dell’area passeggi in segno di protesta, gli agenti sono rimasti impegnati tutto il giorno per convincerli a scendere […] uno è stato protagonista della rivolta a Varese e l’altro di quella a San Vittore. […]»
«La quarta sezione è l’emblema del disagio che serpeggia nel penitenziario: è occupata da settantasei uomini divisi in venticinque celle concepite per due persone. Ma se la matematica non è un’opinione, devono stringersi in tre, in condizioni strutturali, climatiche e igieniche precarie. La muffa prolifera ovunque, dai tetti piovono perdite, l’acqua è fredda. Nei giorni scorsi il cappellano don David ha distribuito 400 doccia-schiuma e per la popolazione carceraria è stata davvero una manna. Organizza proiezioni cinematografiche. […] » Continue reading “Carcere di Busto Arsizio… le condizioni sono disumane: nuova protesta dei detenuti!”
Dopo una meritata pausa estiva riparte il Tour espositivo del progetto “PER LA STRADA CON L’ARMATA NERA: appunti strategici sulla campagna di Liberazione”
La prima parte, composta da 27 illustrazioni di 161, del diario ritrovato della Subcomandante Marta.
Ci vediamo il 4 e il 5 settembre a Varese con il @collettivo Baba Jaga ospiti delle @Cantine Coopuf (Via De Cristoforis, Varese)
Presentazione e discussione del progetto sabato H 18.30, il giorno successivo, meteo permettendo, la mostra sarà allestita sul viale adiacente le cantine.
Per il 5° sabato consecutivo abbiamo manifestato per la strade di Busto Arsizio il nostro dissenso rispetto al green pass e al mondo che ci prospetta
Prima della partenza in corteo è stata presentata a tutti i presenti la cassa di autofinanziamento che è stata distribuita per tutto il giorno e che si rende necessaria soprattutto per procedere col ricorso al TAR per un nostro amico che è stato etichettato dalla polizia come soggetto socialmente pericoloso e pertanto è stato destinatario di un “foglio di via obbligatorio” della durata di 3 anni (il massimo) dalla città di Busto Arsizio.
Il foglio di via è una misura cosiddetta preventiva, e risale all’epoca fascista. Si basa sul parametro tanto soggettivo quanto pretestuoso della pericolosità sociale pertanto viene imposto al soggetto in questione di non mettere più piede nella città con lo scopo di evitare che possa compiere reati, pena la reclusione da 1 a 6 mesi.
La particolarità di questo provvedimento è che non viene contestato un reato presumibilmente compiuto e che verrebbe conseguentemente dibattuto in 3 gradi di giudizio per giudicarlo, ma viene colpito il soggetto in quanto tale, per ciò che è e che rappresenta e non per ciò che può aver fatto.
Al concentramento in piazza S.Giovanni eravamo in circa 150 ma durante il percorso il corteo oltre a riscontrare un discreto consenso tra le persone che ci hanno visto sfilare, alcuni si sono uniti al corteo trovandosi d’accordo con gli slogan gridati.
Diversi gli interventi fatti a megafono alla fine del corteo da parte di sempre più persone che con coraggio vogliono metterci la faccia ed esporre il proprio dissenso.
Degno di nota inoltre, è un indegno silenzio assordante e orchestrato da parte dei media locali, non che ci si aspettasse onestà intellettuale da parte di loro, ma sono tre sabati di fila che non viene riportato uno straccio di notizia in alcun giornale cartaceo ed online.
«Il 9 agosto presso il circolo anarchico Berneri di Bologna si è tenuta un’assemblea autoconvocata di antifasciste contro il greenpass. All’assemblea erano presenti persone di varie realtà antifasciste di Bologna e dintorni. L’assemblea è durata tre ore, durante le quali si è ragionato su un documento da far circolare, che permetta di scindere i discorsi sul vaccino da quelli sul green pass, ponendo al centro il fatto che il pass è un dispositivo di controllo e digitalizzazione che riguarderà le vite e i diritti di tutti, vaccinati e non vaccinati. Con tutte vorremmo continuare a confrontarci. Una mobilitazione contro questo dispositivo è urgente e fondamentale.»
Quest’assemblea e il documento che ha prodotto – diffuso come infografica, vedi sopra – sono un segnale importante. Segnale che attendevamo da tempo: per udirlo, qui su Giap, abbiamo tenuto collettivamente in allenamento le orecchie. E, come mostriamo sotto, non è l’unico. Forse davvero si sta muovendo qualcosa.
Qualche settimana fa ad un nostro compagno è stato notificato dalla Digos di Varese un “Avviso Orale aggravato”.
Diversamente dal classico Avviso Orale che invita “solamente” a mantenere una condotta conforme alla Legge (e che potrebbe essere propedeutico alla sorveglianza speciale), l’aggravante consiste nell’aggiunta di alcune imposizioni emanate dalla Questura.
Trascriviamo testualmente ciò che viene riportato:
“Impone: a xxx xxx il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, indumenti e accessori per la protezione balistica individuale, mezzi di trasporto blindati o modificati al fine di aumentarne la potenza o la capacità offensiva, ovvero comunque predisposti al fine di sottrarsi ai controlli di polizia, armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di armi di qualsiasi tipo, compresi giocattoli riproducenti armi, altre armi o strumenti, in libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare offesa alle persone, prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili ed altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme”.
Il tutto viene condito con la solita narrazione della “pericolosità sociale”, citando una recente condanna in definitivo e innumerevoli precedenti penali e di polizia dal 2013 ad oggi, tutti riguardanti manifestazioni o situazioni di lotta avvenute negli ultimi anni tra la provincia di Varese, Milano, Torino, Monza e Como.
Non avevamo mai avuto a che fare con una misura del genere, e per quel che ci è dato capire ci sembra possa essere considerata un avviamento alla sorveglianza speciale, infatti, seppur in misura meno afflittiva, questo tipo di avviso orale non si limita a invitare a un improbabile ravvedimento, ma inizia a limitare in maniera arbitraria la libertà individuale della persona di turno.
Continuiamo a pubblicare le cronache della mobilitazione contro il Green Pass di Busto Arsizio che si fa sempre più interessante.
“Ieri si è svolta la terza manifestazione contro il Green Pass a Busto Arsizio. Il numero di partecipanti è notevolmente aumentato rispetto agli ultimi due sabati (1 – 2). In particolare ho notato un incremento della presenza giovanile. Sono in aumento anche i partecipanti da fuori città fra cui alcuni scontenti della situazione osservata nelle manifestazioni di Varese, dove candidato sindaco Francesco Tommasella, cerca di cavalcare la protesta ammorbandola con il suo viscido protagonismo elettorale. Erano presenti anche alcuni gestori e lavoratori di esercizi pubblici che sarebbero tenuti a controllare il Green Pass ma hanno voluto manifestare la loro contrarietà.
Il percorso del corteo, scelto spontaneamente dalle persone che si alternavano alla testa, è stato un po’ più breve del solito ma ha lasciato spazio ad un momento di discussione in piazza, in cui chiunque lo volesse poteva intervenire. Molti gli argomenti affrontati, con toni tutt’altro che propagandistici, nel cerchio di persone che si alternavano liberamente al megafono: Continue reading “La mobilitazione contro il Green Pass di Busto Arsizio si fa sempre più interessante!”
AttenzioneComunicato importante da parte della Selva:
Sabato 7 agosto dalle 17.00 alle 20.30 circa, troverete SelvaViva chiusa. No, non siamo in vacanza purtroppo. L’intera energia della Selva si sposta in piazza a Busto Arsizio a manifestare contro l’obbligo di Greenpass. Perché?
Perché la passione e la determinazione che ci caratterizzano sono direzionati alla *creazione di energie costruttive e spazi di libertà*.
L’applicazione delle misure di costrizione al Greenpass sarà il via libera per l’esclusione dei dissidenti da qualsiasi servizio, lavoro e dalla vita sociale. Non vogliamo scegliere sotto ricatto.
Perché fatichiamo a fidarci di chi ha usato l’emergenza sanitaria come manovra politica ignorando per anni che potesse presentarsi, smantellando la sanità per decenni, creando di conseguenza le condizioni per la malattia e la morte di molte persone.
Perché fatichiamo a fidarci di chi sfrutta e devasta il pianeta, di chi ci vuole compratori e consumatori e controllati sotto ogni aspetto, creando di conseguenza le condizioni perché le malattie e le epidemie possano presentarsi.
Noi siamo vivi: abbiamo dubbi, nutriamo il nostro pensiero critico. Noi preferiamo alimentare energie intense e creare libertà!
Chiediamo a tutti gli amici della Selva di unirsi a noi. Partiremo sabato pomeriggio alle 17.15
dal parcheggio di SelvaViva, via tre salti 41 a Turbigo, diretti verso la manifestazione che si terrà a Busto Arsizio alle ore 18.00 in Piazza San Giovanni.
A Busto Arsizio, dopo i due cortei spontanei contro il Green Pass del 24 e del 31 luglio, si è costituita una vera e propria Assemblea Popolare. INVITIAMO TUTTI: 1) a non trascurare gli interessanti contenuti del documento approvati all’unanimità dai numerosi partecipanti, per pubblicizzare il prossimo corteo; 2) a diffondere il più possibile il loro documento per contrastare l’intollerabile disinformazione attuata dai media a riguardo.
Resist.noblogs.org
NO AL GREEN PASS – No discriminazione – No coercizione
SABATO 7/08 ore 18:00 in Piazza S.Giovanni a Busto Arsizio (VA)
Non possiamo più credere in maniera acritica alle soluzioni che ci vengono imposte dallo Stato, tra vaccino, militarizzazione e tracciamento. Dopo due anni di inutili restrizioni non possiamo che attribuirgli la sola responsabilità della situazione disastrosa che stiamo vivendo. Rifiutiamo la delega a qualsiasi partito/organizzazione, vogliamo alzare la Nostra voce!
Contro lo Stato e la sua gestione autoritaria della pandemia, le sue misure liberticide e i suoi ricatti! Rifiutiamo le etichette dei media che tendono solo a creare un mostro da sbattere in prima pagina.
Non cadiamo nel tranello di chi vorrebbe vederci divisi, vaccinati non vaccinati: LOTTIAMO INSIEME!
Scendiamo in strada perchè:
Riteniamo il Passaporto Sanitario una misura liberticida di indiretta costrizione alla vaccinazione. Un ricatto di esclusione sociale da parte dello Stato. L’ennesima condizione che alimenterà divisioni e guerra tra poveri.
Il Green Pass genera esclusione, viola la privacy e discrimina. Chi non sarà vaccinato non potrà accedere ad attività e servizi. Chi sarà sprovvisto del Pass rischierà anche di essere sospeso dal lavoro, tutto ciò in un momento di crisi economica e di sblocco dei licenziamenti. Che le aziende attuino i protocollo anti-covid per la sicurezza collettiva, piuttosto che pretendere che i dipendenti si vaccinino!
Far passare come untore il non vaccinato è sbagliato: anche chi è vaccinati può contrarre il Covid e contagiare. Questa profilassi previene che il virus causi sintomi gravi. Il “vaccino” dunque può essere, per chi lo ritiene, una scelta utile solo per la protezione individuale.
Il vaccino è sperimentale, chi si vaccina deve dichiarare di sollevare case farmaceutiche e somministratori da ogni tipo di responsabilità. Ci sembra legittimo il rifiuto, da parte di molte persone, di fare da cavie di vaccini autorizzati in stato di emergenza ed ancora in fase di sperimentazione.
In 20 anni sono stati chiusi circa 400 ospedali, dimezzati i posti letto, 46mila operatori sanitari in meno in soli 7 anni. Anche qui nel nostro territorio le istituzioni premono per la chiusura degli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio per costruire un ospedale unico. Dall’inizio della pandemia nessuna struttura ospedaliera è stata potenziata. Ancora una volta emerge come sia il profitto il vero interesse di chi Governa e non la salute della gente.
Centinaia di medici hanno applicato con successo cure domiciliari, seguendo migliaia di pazienti e somministrando loro farmaci in uso. I media hanno anche silenziato, umiliato, delegittimato e screditato i medici e gli scienziati che hanno espresso dubbi e critiche sulla vaccinazione di massa e in particolare sulle vaccinazioni agli adolescenti e bambini.
“Ieri, sabato 31 luglio, una nuova manifestazione contro il passaporto sanitario ha animato la città di Busto Arsizio. Intorno alle 18 in Piazza San Giovanni diverse persone si sono concentrate e poco dopo nonostante la pioggia hanno dato vita ad un corteo di circa 300 persone che è durato per ben 2 ore: spontaneo, senza striscioni di testa, dove la direzione veniva presa da chi, a giro, si trovava davanti, continuato ad oscillare tra il centro città e le vie principali.
Diversi cartelloni sparsi recitavano: “Vaccinàti e non: stessa lotta!”, “No al ricatto dell’esclusione sociale”, “NO passaporto sanitario, SÌ libera scelta”, “Contro la campagna militar-vaccinale, autodeterminazione!” e molti altri.
La polizia, questa volta in numero e forze maggiori (una camionetta di celere e qualche pattuglia) non ha potuto frenare la manifestazione, malgrado qualche timido tentativo.
A fine manifestazione si è formato un cerchio in piazza San Giovanni dove discutendo è emersa l’esigenza collettiva di confrontarsi ed è stata dunque chiamata un assemblea per martedì alle 18:30, sempre in piazza San Giovanni.
Dopo lo scioglimento della manifestazione gli agenti della Digos, con fare intimidatorio e provocatorio, hanno preso i documenti e identificato alcune persone.”
Sono le caratteristiche prime da cui si è concretizzata l’identità del Collettivo e su cui si è naturalmente sviluppata la prima data dell’iniziativa “Cine -TAZ! itinerante”.
Col cuore gonfio, ringraziamo chi ci ha accompagnatə nella buona riuscita dell’iniziativa, prima accogliendo con coinvolgimento la proiezione di ” Black Block ” e poi assistendo con partecipazione alla discussione.
Momenti vissuti ognunə con sé stessə, a piccoli gruppi sparsi qua e là nel parco, tuttə insieme riunitə in cerchio : momenti di socialità liberata dalle ordinarie strutture sociali, basata spontaneamente sull’orizzontalità relazionale, nel cui ” qui ed ora ” ogni individuo ha trovato spazio e tempo per esprimersi.
” Una società libera [..] è invece l’ampliamento degli ambiti di azione autonoma fino a che questi non occupino gran parte del sociale. “
P. Goodman – poeta, saggista e psicoterapeuta
Che sia questo uno dei modi per difendere, consolidare e moltiplicare questi spazi di azione autonoma in città sempre più controllate, socialmente settorializzate e asservite al capitalismo?