Presidio contro le frontiere a Como

Sabato 8 aprile dalle 14.30
Como, Piazza Vittoria

Gli sforzi delle istituzioni per normalizzare la situazione alla frontiera Como-Chiasso hanno dato, almeno in parte, i loro frutti: negli ultimi mesi i riflettori sull’argomento si sono spenti e l’allarmismo tanto caro ai mezzi di informazione ha lasciato spazio all’indifferenza.
Mentre il dibattito è stato sedato, la repressione ha costretto anche chi se ne interessa a limitarsi a prendere atto degli avvenimenti.
Con l’arrivo della primavera sempre più persone migranti raggiungono Como per cercare di passare il confine, nel frattempo la polizia italiana e svizzera intensificano i controlli in frontiera.
Controlli che non mancano di fare morti: nel mese di marzo, due persone sono rimaste fulminate sul tetto di treni diretti in Svizzera.
Chiamiamo questo presidio per riaffermare la nostra volontà di opporci all’esistenza delle frontiere e delle istituzioni che le erigono e che le difendono.

Assemblea pubblica su falde acquifere, scarichi in deroga e bonifica.

Assemblea pubblica VENERDÌ 7 APRILE.

Biblioteca di Castellanza, Piazza Castegnate.

Ore 20.30: Mostra sul tema falde.

Ore 21: Inizio assemblea e dibattito.

1 febbraio. Aperitivo e presentazione de “Andare ai resti”, al Circolo Teppa

Al Circolo della Teppa, Via Guaragna, Saronno.

Dalle 18.30 aperitivo, a seguire presentazione del libro con l’autore

Sul finire degli anni Sessanta si materializzano, nell’area del triangolo industriale italiano, sullo sfondo del lavoro di fabbrica, gang giovanili che, in breve tempo, evolveranno in temibili “batterie” di rapinatori. Per tutte basti l’esempio della mitica “banda Vallanzasca”. La linea di condotta di questi banditi metropolitani era tutt’altro che estranea ai modelli culturali dei quartieri operai e proletari, così come il loro stile esistenziale assolutizzava quell’impazienza e assenza di mediazione che caratterizzerà le generazioni degli anni Settanta.
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Un saluto al nostro compagno Mariano.

Ieri martedì 24 gennaio 2017 il nostro compagno Mariano si è spento dopo aver lottato per più di due anni contro la malattia che lo aveva colpito. Negli ultimi anni è stato parte fondamentale dell’Assemblea Popolare No Elcon, sempre in prima fila in tutti i momenti che hanno contraddistinto la nostra lotta vincente contro Elcon e quella che abbiamo intrapreso successivamente contro scarichi in deroga e per la bonifica del polo chimico.
Invitiamo tutti alla commemorazione che avverrà Venerdì 27 Gennaio, alle ore 9.45, al Circolo di Iniziativa Proletaria  “G. Landonio”
in via Stoppani 15 a Busto Arsizio.

Assemblea Popolare No Elcon

25/26 gennaio. Presentazioni di “Dimenticare Fukushima” a Saronno e Ispra.

25 gennaio, ore 21. Circolo della Teppa, Via Guaragna, Saronno.

26 gennaio, ore 21.30. Circolo Anpi, Via Banetti, Ispra.

La catastrofe di Fukushima non è mai esistita. Quale catastrofe? La frequentazione assidua dei disastri ce ne fa perdere la realtà. La vera catastrofe nucleare non sta nel fatto che tutto si fermi, ma che tutto continui. La bomba non ha distrutto il mondo ma ha aperto una nuova fase del dominio. Il terrore provocato dalla minaccia dell’apocalisse nucleare ha avuto un solo effetto: fossilizzare l’ordine delle cose. Venticinque anni di gestione sociale delle conseguenze di Cernobyl hanno affilato le armi della burocrazia negli ani 2010. Come ben sa, far scomparire la realtà sociale di una catastrofe è innanzitutto una questione di suddivisione dei tempi, una questione di agenda. Catastrofizzare, liquidare, evacuare, riabilitare, banalizzare, altrettanti episodi di uno sceneggiato destinato a farci dimenticare Fukushima.
“Nè eroe, nè martire, Arkadij Filin è uno degli 800.000 liquidatori di Cernobyl. Le sue parole sono state raccolte da Svetlana Aleksevic in Preghiera per Cernobyl. Tre persone della generazione Cernobyl hanno scelto di prendere in prestito il suo nome per firmare questo libro. Esse si riconoscono nel suo senso di derisione, pur sull’orlo del baratro, nel suo atteggiamento disperato ma niente affatto rassegnato.