Il 20 Novembre lo spazio occupato TeLOS ha subito l’ennesimo attacco. TeLOS REsiste e persiste.
Con
un azione più teatrale che utile, all’alba, un gruppo di operai,
supportati da alcuni signori desiderosi di mettersi in vista e di farsi
pubblicità ad ogni costo, si sono introdotti all’interno del centro,
uscendone solo dopo aver sfondato qualche porta e aver rotto qualche
lucchetto e catena. Al momento di uscire questi signori non hanno
mancato di sigillare le entrate del TeLOS, ostruendo inoltre il
cancello principale con un grosso spartitraffico di cemento armato. La
suddetta operazione si è svolta all oscuro delle forze dell’ordine. Il
giorno seguente, non contenti dell operato, hanno rincarato la dose
versando del cemento di fronte agli ingressi, senza alcun permesso o
valide motivazioni. Questo apparentemente innocuo teatrino, messo in
scena da chi fa della legalità un proprio cavallo di battaglia, ma
svoltosi ciò nonostante al limite della legalità (ci chiediamo cosa
sarebbe avvenuto nel caso qualcuno stesse dormendo al momento
dell’irruzione nello stabile, come in effetti solo per caso non è
stato, col rischio concreto di essere chiuso all’interno dello spazio:
il TeLOS non è più un luogo abbandonato!), ha però purtroppo delle
correlazioni dirette con la realtà, fatta di sforzi, speranze,
emozioni, progettualità e quant’altro, legati a quanto nel corso di
questi oltre due mesi è stato costruito o sta per essere costruito
all’interno di uno spazio che ora è pieno di vita, che accoglie decine
di ragazzi ogni giorno, a cui permette di organizzare ogni tipo di
attività sia ludico/culturali che politico/sociali.
Difatti a questi signori qualcuno dovrebbe spiegare forse cosa è il
TeLOS, e cosa esso significa per la nostra città e per le decine di
ragazzi che continuamente lo attraversano e lo fanno vivere. Questo
spazio è l’unica situazione presente sul territorio che permetta di
avere delle alternative alla vita piatta e passiva che ci viene
proposta dalla città in cui viviamo. Questo è l’unico spazio che
consente ai ragazzi di autorganizzarsi, di costruire progetti e
situazioni di socialità libere dalla logica della commercializzazione
di ogni esigenza e desiderio. Qui e non altrove si può trovare una
concreta alternativa alla strada e al consumismo, in un’epoca in cui i
punti di maggiore vita all’interno delle città sono centri commerciali
e supermercati, da una parte, parcheggi e parchetti dall’altra. Saronno
ha bisogno di spazi per i giovani, ma forse a queste persone ciò non
interessa, forse a loro interessa solo mettersi in mostra per un
tornaconto personale.
Il TeLOS non è solo uno spazio per i giovani, ma anche un modo diverso
di vedere e vivere la città. Diverso, perché propone
l’autorganizzazione e l’autogestione come soluzioni possibili e
concrete, alternative reali e funzionanti, in quanto denuncia di ciò
che avviene a Saronno come altrove: un pugno di palazzinari e
speculatori ricchi fino alla vergogna che si possono permettere di
comandare e di controllare ogni movimento ed ogni situazione, facendo
il bello e il cattivo tempo, col fine principe di costruire profitti
sulle spalle dei cittadini ignari o addormentati dalle libertà
pseudo-democratiche. Il profitto è il motore, la speculazione è il
carburante, e, si sa bene, nel nostro mondo i soldi permettono a chi li
ha di agire indisturbato e con le spalle ben coperte. Il danaro è il
nuovo dio, gli speculatori i suoi adoratori, il potere il mezzo per
arrivare in alto e starci a lungo.
Il TeLOS rappresenta un pugno nell’occhio nell’ennesima città vetrina,
nelle cui vene però scorre come spesso avviene un sangue marcio e
infetto. Noi siamo la linfa vitale di una nuova possibilità, di un modo
diverso di vivere e fare vivere gli spazi e le città. Meglio zittirci
in fretta, prima che le nostre idee possano attecchire in qualche cuore
libero e possano diffondere il malcontento tra gli sfruttati e gli
ultimi, i diseredati e gli invisibili : drogati, immigrati, anziani
soli, malati psichiatrici, emarginati… Noi siamo con loro, perché
tutti si meritano una vita dignitosa.
La differente prospettiva si evince ottimamente da come ci si è
rapportati rispetto ad uno stabile abbandonato: noi abbiamo cercato di
ridargli vita, di aprirlo, di farlo vivere. Vi abbiamo svolto
moltissime attività (concerti, cineforum, spettacoli teatrali, mostre
fotografiche, discussioni e dibattiti, diffusione di materiale
controinformativo, murales…), e moltissimi progetti ancora stanno per
arrivare (sala prove, scuola di italiano per stranieri, sistemazione
dello stabile per renderlo abitabile). Loro, invece, hanno chiuso,
saldato, murato… Uno luogo vivo è per loro un insulto, meglio
ucciderlo prima che cresca troppo. Noi abbiamo preso uno spazio vuoto,
lo abbiamo aperto e riempito, dandolo a tutti. Non abbiamo rubato nulla
a nessuno, dato che a nessuno interessa niente di quel posto (la
dimostrazione sono le porte murate e i cancelli saldati). Non l’abbiamo
tolto a chi ne aveva bisogno, abbiamo invece liberato un pezzo di
città, destinato ad una prossima speculazione e all’arricchimento
ulteriore dei soliti noti , fatto come al solito distruggendo il NOSTRO
territorio, e lo abbiamo donato a tutti, con la gioia nel cuore per
aver creato un progetto nuovo ed aperto a tutta la comunità.
La vita è nostra. La città è nostra. Il futuro è nostro. Occupiamocene
tutti assieme. Non lasciamo che sia qualcun altro a decidere per noi.
Il TeLOS non si tocca, il TeLOS continuerà ad esistere, fino a che noi esisteremo!
Territorio Libero Occupato Saronno