In tempi di crisi per le persone diventato sempre più difficile sostenere la spesa di un mutuo o un affitto. Come risposta a questa situazione si ha un po’ in tutta Italia un aumento esponenziale del numero di sfratti. Non solo nelle grandi città è fenomeno ormai tristemente noto: anche nei piccoli comuni, dove, a volte, le amministrazioni riuscivano a tamponare l’emergenza abitativa, le famiglie sotto sfratto sono in aumento. Ed è questo il caso di Saronno. In questo contesto si sta portando avanti un discorso di resistenza agli sfratti come pratica diretta per difendere la propria casa attraverso l’autorganizzazione con amici e solidali. Pratica sempre più diffusa (in alcune città diventata un vero e proprio problema di ordine pubblico), la resistenza allo sfratto ha permesso a molte famiglie di non perdere l’unico tetto disponibile.
Forti di queste convinzioni, venerdì 22 febbraio abbiamo organizzato insieme ad una famiglia un presidio antisfratto davanti alla loro abitazione. Fin dalla mattina amici e solidali hanno atteso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario che si è presentato con molta calma nel pomeriggio. Erano presenti anche i proprietari dell’immobile che hanno fatto bella mostra di sè minacciando lo sfrattando e accusandolo di lasciarli sul lastrico (d’altronde si sa con altre 50 case (!) di proprietà affittate la sopravvivenza non scontata). Anche l’ufficiale giudiziario non è si tirato indietro dimostrando di aver capito bene quale sia la sua funzione: cacciare la gente di casa nel nome della proprietà, senza se e senza ma. Questa volta però la presenza dei solidali, molto sgradita al minaccioso gruppetto, ha fatto sì che lo sfratto venisse rinviato ad aprile.
Non ci interessa qui dilungarci su cosa abbia portato queste persone a non pagare l’affitto: ben sappiamo quanta violenza esiste dietro un sistema basato sul profitto dove la speculazione edilizia e la rendita sulle case la fanno da padroni. Quello che ci interessa invece sottolineare è la necessità sempre più impellente di rispedire gli sfratti al mittente. L’autorganizzazione, la solidarietà il mutuo appoggio e la presa in carico in prima persona del problema sono aspetti fondamentali per la riuscita di una resistenza.
L’ufficiale ce l’ha promesso: la prossima volta non andrà così liscia. La presenza delle forze di polizia a questo punto è prevedibile. Sta a noi ribadire con le parole e con i fatti che si sbaglia.
Questo vuole essere un resoconto di questa prima esperienza di lotta allo sfratto che abbiamo avuto qui a Saronno, ma vuole anche essere un invito a tener le orecchie aperte ed esserci le prossime volte, affinchè questa lotta possa proseguire ed espandersi e sempre più persone decidano di agire in prima persona per respingere gli ufficiali, i padroni e la polizia.
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