Che senso dare oggi ad una data importante come quella del 25 aprile? Come rinnovarne il senso?
Ciò che ci ha sempre affascinato della lotta partigiana è l’andar sui monti, tutti insieme; è la lotta per la riappropriazione della propria vita, della propria esistenza; il decidere da sé per sé, l’unione di idee e vite che produce qualcosa di nuovo, che si oppone ad un potere ingiusto, oppressivo e liberticida.
Attualizzando queste esperienza per noi appare evidente il legame diretto ed esplicito tra la Resistenza partigiana e la lotta NO TAV, lotta dove le parole resistenza e libertà hanno preso nuovamente forma, non limitandosi più ad essere una irritante litania pronunciata a turno nei discorsi ufficiali dai diversi professionisti della politica. Il lottare per la liberazione dei propri territori dalle truppe di occupazione statali, il comprendere come lo Stato possa all’occorrenza mostrare il suo duro volto coercitivo, sospendere ogni forma della tanto decantata democrazia (che per alcuni sarebbe il lascito della lotta di liberazione dal nazifascismo) ha creato nuovi sentimenti partigiani in migliaia di valsusini e non solo.
Sappiamo bene come il 25 aprile sia ormai stato svuotato di contenuto e di faziosità, diventando oggi la festa di tutti i partiti, una sorta di appuntamento mondano a cui è bene presenziare e far bella mostra di sé. Inutile sottolineare che a noi tutto ciò non interessa. Non ci interessano né le sfilate, né i discorsi, né le giacche e le cravatte.
Ai discorsi retorici dei vari politicanti che hanno trasformato questa giornata in una sorta di festival del luogo comune in cui la parola che ritorna costantemente è “legalità” – senza che però mai si vada a sfiorare il senso (ipocrita/stantio/ammuffito) di tale concetto, dietro cui si nascondono tante nefandezze che ci avvengono sotto gli occhi (la devastazione del territorio, i respingimenti razzisti, le schedature e il controllo sociale sempre più asfissiante, gli sfratti, i privilegi della casta, gli abusi di potere etc) – noi proponiamo una visione del 25 aprile come giornata di lotta per la libertà, che non può, in quanto tale, non essere strettamente legata all’esperienza NO TAV, così come ai tanti e diversi esperimenti di autodeterminazione e autogestione, come la Comune di Parigi, Kronstadt e tutte quelle esperienze profondamente
libertarie, che sono per noi da considerare come tappe fondamentali nel cammino verso la distruzione di ogni sopruso, sopraffazione ed autoritarismo.
Quest’estate abbiamo conosciuto tanti partigiani e tante partigiane, abbiamo preso parte ad una Resistenza. Abbiamo lottato al loro fianco per far nascere e poi difendere la Libera Repubblica della Maddalena, vero e proprio pugno in faccia all’autorità dello Stato e alla sua pretesa di egemonia, controllo e potere. Le parole che avevamo sentito pronunciare sempre e soltanto riferite ad un lontano ricordo ci sono esplose davanti agli occhi: la rabbia e la resistenza nel
tentare di respingere l’avanzata delle truppe statali, la solidarietà nel curarsi dopo una carica o dopo esser stati gasati dalla polizia, la complicità nel costruire una barricata, la gioia di un blocco, di un sabotaggio, di un’azione diretta.
Il nostro essere in piazza quest’oggi significa schierarsi con chiunque lotti – come accade ogni giorno in Valsusa – o abbia lottato – come i partigiani – per la libertà.
Viva la resistenza, viva i partigiani, viva la lotta NO TAV!