Dal sito del Collettivo Ultimi Moihicani.
NO TAV: 20 ANNI DI LOTTE, SARÀ DURA! SOLIDARIETÀ A NINA E MARIANNA.
Alcune premesse generali
Nelle Alpi del Piemonte c’è una valle che si distingue da tutte le altre: è la Valle di Susa.
Un assurdo progetto politico ha stabilito che questo dovrà essere il luogo di una delle più grandi devastazioni ambientali della storia: una galleria per i Treni ad alta velocità (TAV).
Quest’opera è voluta dai partiti di qualunque colore politico compresi la Lega Nord (che si vanta di essere il partito che “difende il territorio”) e il Partito Democratico (che nelle sue campagne elettorali parla di ecologia e salvaguardia dell’ambiente), del resto il giro di affari è troppo grosso da far gola a chiunque!
Ciò che stupisce e che distingue questa valle dal resto del paese non è tanto il progetto-mostro (si pensi a malpensa e le sue piste o a tutte le altre opere speculative), quanto la situazione che si è creata.
I valsusini hanno deciso che nella loro terra questa devastazione non avverrà, hanno creato una lotta di opposizione popolare dal basso e la loro determinazione ha dimostrato che nonostante siano passati vent’anni l’opera non è stata fatta e che per quelli che si ostinano a volerla fare “SARÀ DURA”!
Ora in due righe approfondiamo che cos’è realmente quest’opera:
Una nuova linea ferroviaria parallela a quella già esistente (scarsamente utilizzata), che si unirebbe a quella francese attraverso un tunnel di oltre 50 km, che devasterebbe le montagne causando danni irreparabili all’ambiente, all’ecosistema e all’equilibrio naturale.
Il 2011
Dopo il tentativo di avviare i lavori presso Venaus nel 2005, impedito dall’opposizione popolare che ha cacciato i devastatori e smantellato il cantiere; il governo italiano ha rilanciato la proposta nel 2011 individuando un nuovo sito presso Chiomonte.
Il movimento No Tav ha così organizzato un presidio permanente in difesa delle montagne lanciando anche la nascita della “Libera repubblica della Maddalena”,un’esperienza che nel 2011 si può definire rivoluzionaria: l’ospitalità dei valsusini, la solidarietà, la voglia di lottare insieme contro la Tav, i momenti di discussione nelle assemblee prendendo le decisioni collettivamente.
Temendo di perdere i finanziamenti dell’Unione Europea il governo ha provveduto a sgomberare con la forza la libera repubblica: oltre 2000 agenti con manganelli e lacrimogeni hanno preso possesso dell’area, recintata poi come un fortino e rendendola di fatto un cantiere fantasma (nessun lavoro è in corso).
Durante tutta l’estate il popolo No Tav, mai arreso, ha continuato la propria lotta assediando il fortino, tagliando le reti, disturbando quotidianamente le operazioni militari.
La risposta è stata sempre durissima: una quantità che definire enorme sarebbe riduttivo di lacrimogeni sparati (per la maggior parte ad altezza uomo, provocando lesioni più o meno gravi) che hanno completamente distrutto il raccolto vinicolo della stagione e causato la morte di molti animali e piante; poliziotti che lanciano pietre sulla testa della gente dal cavalcavia; manganellate.
A questo si aggiunga una pesante campagna giornalistica tesa a criminalizzare, e i provvedimenti repressivi che hanno colpito e continuano a colpire il movimento No Tav.
Pochi giorni fa sono state arrestate Nina e Marianna, che si trovano tuttora in carcere a cui va tutta la nostra solidarietà e a cui ci sentiamo vicini/e.
Questi 20 anni di lotte contro l’alta velocità stanno dimostrando come la determinazione della gente che partecipa in prima persona possa riuscire a fermare un’opera così grande nonostante i lacrimogeni, le botte e gli arresti.
Nina e Marianna Libere!