12 dicembre 1975: occupazione del Cantinone per il centro del proletariato giovanile.
Proseguendo il percorso tracciato negli anni, proponiamo una serie di iniziative seguendo sempre quel filo che accompagna e sostiene ogni grido di rivolta e resistenza alla società del Capitale.
Venerdì 27 novembre ore 21
PAGINE CONTRO LA TORTURA
Contro il divieto di ricevere dall’esterno del carcere libri e stampe d’ogni genere nelle sezioni 41bis. Presentazione della campagna. Incontro e dibattito con O.L.Ga.
Giovedì 3 dicembre ore 21
FRA DIAGNOSI E PECCATO
La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione (Mimesis edizioni, 2015). Presentazione del libro con l’autrice Chiara Gazzola
Venerdì 11 dicembre ore 21
LA RESISTENZA CURDA TRA GUERRA E RIVOLUZIONE
Scenari e prospettive di un processo rivoluzionario che sta mettendo in discussione l’intero assetto mediorientale… Incontro a più voci con:
– Daniele Pepino, autore del libro «Nell’occhio del ciclone. La resistenza curda tra guerra e rivoluzione»;
– Hazal Koyouncuer, militante della comunità curda milanese;
– Gruppo femminista Da Kobane a Noi (dakobaneanoi.noblogs.org);
– Esperienze solidali di ritorno dal Kurdistan.
Sabato 12 dicembre ore 19
aperitivo vegetariano e vegano
a seguire musica dal vivo
CONCERTO ANNI ‘70
Durante le iniziative:
– Macero NO: diffusione di libri (a 4 €) di piccole case editrici. Per riaffermare pensiero critico, slavaguardare la bibliodiversità, sostenere l’editoria indipendente.
– Mostra e video sull’occupazione del Cantinone.
– Mostra sulle occupazioni in provincia di Varese.
1975-2015
Il 12 dicembre del 1975, veniva occupato a Tradate “Il Cantinone – per il centro del proletariato giovanile”.
Nei giorni dell’occupazione, oltre a ridare vita e agibilità a uno spazio inutilizzato da anni (che, inserito in una struttura del 1700 dell’Istituto Barbara Melzi della suore Canossiane, era servito per anni come cantina sociale), si sviluppano numerose iniziative.
L’assemblea permanente, alla quale si alternano momenti musicali e teatrali, vede la partecipazione di centinaia di tradatesi che portano la loro solidarietà. Lo stesso sostegno lo riscontriamo durante volantinaggi e “attacchinaggi” fatti in pieno giorno.
Lo sgombero avviene dopo soli quattro giorni a opera della Celere arrivata in forze da Padova.
Ovviamente le lotte di quegli anni, delle donne, degli studenti, dei disoccupati, nelle fabbriche, che hanno portato a questa occupazione per avere un luogo dove ritrovarsi e organizzarsi, sono proseguite anche dopo lo sgombero. Così come è proseguita la ricerca di spazi dove praticare autogestione e autorganizzazione e un altro modo di vivere i rapporti.
Così dopo un conflitto durato un paio di anni, con occupazioni del consiglio comunale, assemblee pubbliche, cortei cittadini che ribadivano la necessità di uno spazio, l’amministrazione comunale che si era adoperata per lo sgombero è stata costretta a deliberare che a Tradate esistesse uno spazio pubblico, che c’è ancora oggi, dove praticare l’autogestione.
Quarant’anni aventi come filo rosso la tensione radicale al cambiamento delle nostre vite e dell’esistente.
Una serie di tematiche hanno trovato una certa continuità nel corso di questi quarant’anni: la critica alla medicina autoritaria e in particolare alla psichiatria come forma di controllo sociale; la solidarietà internazionalista verso i popoli che lottano per la loro autodeterminazione; le lotte delle donne; la lotta contro le guerre e le produzioni belliche presenti sul nostro territorio; la difesa del territorio contro le devastazioni ambientali; una presenza antifascista e antirazzista.
E’ proprio in questo solco che nel ricordare l’occupazione de “Il Cantinone” proponiamo questo calendario di iniziative.
PAGINE CONTRO LA TORTURA (venerdì 27 novembre ore 21)
Contro il divieto di ricevere dall’esterno del carcere libri e stampe d’ogni genere nelle sezioni 41bis
Presentazione della campagna. Incontro e dibattito con O.L.Ga.
Il regime di 41bis è il punto più rigido della scala del trattamento differenziato che regola il sistema carcerario italiano.
Adottato trent’anni fa come provvedimento temporaneo, di carattere emergenziale, si è via via stabilizzato e inasprito. In questa condizione detentiva ci sono oggi ben oltre 700 prigionieri e prigioniere. Il 41bis è attualmente in vigore in 13 sezioni all’interno di carceri sparse in tutta Italia.
Da alcuni mesi chi è sottoposto al regime previsto dall’art. 41bis dell’ordinamento penitenziario non può più ricevere libri, né qualsiasi altra forma di stampa, attraverso la corrispondenza e i colloqui sia con parenti sia con avvocati: i libri e la stampa in genere si possono solo acquistare tramite autorizzazione dell’amministrazione.
È un’ulteriore censura, una potenziale forma di ricatto, in aggiunta alle restrizioni sul numero di libri che è consentito tenere in cella: solo tre.
Nel novembre 2011 una circolare del DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) impose questa restrizione, ma fu bloccata da reclami di alcuni prigionieri e prigioniere accolti nelle ordinanze di alcuni giudici di sorveglianza. Una sentenza della suprema Corte del 16 ottobre 2014 ha dato ragione al DAP, rendendo così definitiva questa nuova odiosa restrizione.
Leggere e scrivere rappresenta da sempre l’unica forma di resistenza alla deprivazione sensoriale a cui sono quotidianamente sottoposti tutti i detenuti.
Una società che sottostà al ricatto della perenne emergenza, alimentata da banalizzazioni ed allarmismi, si rende consenziente alle vessazioni e torture di cui il blocco dei libri è solo l’ultimo, più recente tassello. Informazioni utili allo sviluppo della campagna si trovano in rete a questo indirizzo: http://paginecontrolatortura.noblogs.org/
FRA DIAGNOSI E PECCATO (giovedì 3 dicembre ore 21)
La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione
Mimesis edizioni, 2015
Presentazione del libro con l’autrice Chiara Gazzola
Questo testo propone un approfondimento del legame fra la disciplina psichiatrica e gli ambiti religiosi. Emerge una pianificata incoerenza fra gli intenti dichiarati e una prassi, sia storica che attuale, legittimata nell’amministrare un’esclusione sociale edificata sul controllo e sul profitto. Attraverso il labile concetto di “norma comportamentale” viene sancita ogni devianza, declinandola sui peccati e sulle diagnosi. Fra senso di colpa, paura, emarginazione, conformismo, paradossi filosofici, punizioni e sofferenza si collocano le esperienze eccezionali di chi ha saputo resistere, di chi non ha accettato l’annientamento della propria libertà. La volontà di ricostruire una memoria cancellata dai timbri maschili darà voce a un coro femminile che ridipingerà contesti storici e pensieri scomodi. Se l’umanità non temesse l’imprevedibilità, potrebbe non delegare le soluzioni a elaborazioni totalitarie. L’analisi è completata da un’intervista a un esorcista e dalle conversazioni con il medico Giorgio Antonucci e con l’antropologa Michela Zucca.
LA RESISTENZA CURDA TRA GUERRA E RIVOLUZIONE (venerdì 11 dicembre ore 21)
Incontro a più voci con:
– Daniele Pepino, autore del libro «Nell’occhio del ciclone. La resistenza curda tra guerra e rivoluzione»;
– Hazal Koyouncuer, militante della comunità curda milanese;
– Gruppo femminista Da Kobane a Noi (dakobaneanoi.noblogs.org);
– Esperienze solidali di ritorno dal Kurdistan.
La guerriglia del PKK e la rivoluzione del Rojava, il conflitto con lo Stato Islamico e la lotta di liberazione delle donne, il confederalismo democratico e la guerra contro il governo turco…
Scenari e prospettive di un processo rivoluzionario che sta mettendo in discussione l’intero assetto mediorientale…
MACERO NO (durante tutte le iniziative)
riaffermare pensiero critico, salvaguardare la bibliodiversità, sostenere l’editoria indipendente
Nel 2014 nasce il progetto #maceroNo, a cui ora aderiscono numerose case editrici indipendenti (DeriveApprodi, Alegre edizioni, Elèuthera, ed altre ancora); l’intenzione era quella di dotarsi di uno strumento per criticare la condizione attuale del sistema editoriale italiano, che viaggia ormai ai ritmi accelerati del turbocapitalismo. L’obsolescenza del libro oggi è così rapida che dopo qualche mese scompare dagli scaffali: viene mandato in resa all’editore per far posto a una nuova ondata di merci marchiate “grandi gruppi editoriali”. La visibilità degli editori che non fanno parte di questi gruppi diminuisce vertiginosamente, e lo spazio per la cultura critica diventa sempre più esiguo. Per molti editori non c’è altra soluzione che mandare al macero tutte le giacenze. MaceroNo è nato per contrastare questa tendenza, per salvare i libri, e il loro contenuto critico e di qualità, dall’oblio del macero. MaceroNo vuole lottare contro l’impoverimento culturale che attanaglia le intelligenze, per difendere e rivitalizzare l’editoria indipendente e di qualità, per riaffermare un discorso critico diffondendo libri a prezzi scontatissimi.
CONTRO LA DEVASTAZIONE DELLE INTELLIGENZE
SALVIAMO I LIBRI DAL MACERO!
KINESIS
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