
Riteniamo che opporsi a tutto questo sia necessario, esattamente come sta succedendo in Val di Susa per il TAV.
L’efficace lotta che il movimento No TAV sta facendo (con pratiche diverse) da oltre venti anni, sta mettendo i bastoni tra le ruote a chi insiste per il compimento di questo collegamento ferroviario per ingrassare le proprie tasche, e sta mettendo in discussione un intero sistema socio economico. Tra essi, ad esempio, possiamo trovare partiti di ogni schieramento (PD e PDL in testa), imprese che sono vicine (per usare un eufemismo) a famiglie ‘ndranghetiste, banchieri ed affaristi di vario genere. Tutti spalleggiati da Procura di Torino e Forze dell’Ordine.
La magistratura torinese, infatti, negli ultimi anni la sta facendo da padrona: più di mille indagati in quattro anni, arresti e denunce che vorrebbero minare la compattezza e la determinazione di un movimento intero, senza che però esso venga scalfito da questi miseri tentativi.
Siamo qui infatti per ribadire la nostra vicinanza a Giobbe, compagno No TAV attivo contro le devastazioni territoriali in Valsusa come qui in provincia di Varese, ad un anno dal suo arresto. È tuttora sottoposto all’obbligo di dimora a Dumenza e circa un mese fa è arrivata la condanna in primo grado a 2 anni e 5 mesi, fortemente voluta dal duo di magistrati Padalino e Rinaudo, da sempre in prima linea contro il movimento No TAV. I fatti contestati riguardano una colazione ai cancelli della centrale di Chiomonte e risalgono al novembre 2012. L’utilizzo da parte dell’accusa di reati spropositati (tentata rapina etc) evidenzia una precisa volontà da parte di chi detiene il potere: incutere timore e cercare di distruggere le basi del movimento. Tentativo portato avanti nell’ultimo anno con gli arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò il 9 dicembre (con la pesante accusa di terrorismo, caduta successivamente) e quelli più recenti dell’11 luglio, che hanno visto implicati Lucio Francesco e Graziano: tutti sono accusati di un’azione di sabotaggio al cantiere, avvenuta nella notte tra il 13 ed il 14 maggio 2013.
La solidarietà nei confronti di tutti gli arrestati e le arrestate, si è manifestata ripetutamente in tutta Italia, ed anche oggi vogliamo far sentire loro la vicinanza e dire ancora che la Valsusa paura non ne ha.
TUTTI LIBERI E TUTTE LIBERE!