Era la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008, quando i carabinieri di Varese fermavano Giuseppe Uva e il suo amico Alberto. Giuseppe morì alle prime ore del mattino, in seguito al pestaggio subito nella caserma di via Saffi e ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) non autorizzato. Un omicidio di Stato che come quelli di Lonzi, Cucchi, Aldrovandi, vuole venire insabbiato e sterilizzato nei tribunali in cui il potere si auto-assolve. Alberto, testimone della vicenda e delle grida disperate di Giuseppe, ha raccontato la sua versione ai microfoni di “bello come una prigione che brucia”, trasmissione anticarceraria di Radio Blackout. Ascolta l’intervista con Alberto: http://radioblackout.org/2012/01/il-caso-di-giuseppe-uva/