Alcuni fatti di questi giorni ci lasciano supporre che ancora vi siano equivoci diffusi sul ruolo
esatto che giocano dentro alla “macchina delle espulsioni” tutta quella
serie di organizzazioni “umanitarie” o “assistenziali” che hanno in
mano la gestione dei 13 Centri di Identificazione ed Espulsione che se
ne stanno disseminati sullo stivale. Parliamo della Croce Rossa,
intanto, ma anche della Misericordia, dei consorzi di cooperative
Connecting People e Self, solo per fare i primi nomi che ci vengono in
mente.
Tutte le volte che si pone la questione sul tappeto
c’è sempre qualcuno che si alza in piedi e dice: «ma perché ve la
prendete con loro?», «se non ci fossero loro a curare i “trattenuti”,
chi lo farebbe?». Soprattutto quando si parla di Croce Rossa, poi,
sembra quasi che il suo ruolo dentro ai Centri sia di organizzare i
turni in infermeria, controllare la data di scadenza dei medicinali e
vegliare sul rigoroso rispetto dei “diritti umani” dentro alle gabbie.
Non è così.