L’iter parlamentare per
l’approvazione dell’insediamento, a
Cameri (NO), della fabbrica della
morte per l’assemblaggio degli F-35
è ormai definito. A partire dal
2010 inizierà la costruzione del
capannone da cui usciranno delle
macchine che verranno consegnate a
diversi stati che li utilizzeranno
per bombardare ed uccidere.
Tale impresa industriale-militare
viene condotta, con ampio dispendio
di denaro pubblico, dalla
multinazionale statunitense Lockheed
Martin in associazione all’italiana
Alenia Aeronautica (del gruppo
Finmeccanica) e coinvolgerà una
serie numerosa di fabbriche di armi
e di morte collocate qua e là sul
nostro territorio. Insomma, il
riarmo come via d’uscita dalla crisi
economica, come con la Grande Crisi
degli anni ‘30 e con la Grande
Depressione di fine ‘800. Peccato
che in entrambi i casi questa strada
abbia condotto a guerre mondiali. Di
certo, l’impiego dei nuovi
bombardieri nelle missioni “di pace”
produrrà distruzione, morte e
sofferenza.
Di sicuro gli F-35 sono i perfetti
strumenti operativi di una sorta di
gendarmeria mondiale in via di
perfezionamento: una volta costruiti
non faranno certo la ruggine in
qualche hangar italiano o olandese,
bensì saranno presto adoperati per
uccidere e distruggere in svariate
guerre, sia attuali sia future.
Gli F-35 ci costeranno un sacco di
soldi: circa 600 milioni di euro per
costruire e attivare la fabbrica di
Cameri, circa 13 miliardi di euro (a
rate, fino al 2026) per l’acquisto
dei 131 aerei che l’Italia vuole
possedere. Del resto è stato già
speso o impegnato quasi un miliardo
di euro. E ciò risulta ancor più
impressionante se si considera la
grave crisi economica in corso.
Nessuno può ignorare che, con una
spesa di questa entità, si
potrebbero senza alcun dubbio creare
ben più dei miseri 600 posti di
lavoro promessi all’interno dello
stabilimento di Cameri. Si potrebbe
altresì intervenire in vario modo
per migliorare le condizioni di vita
di tutti: per esempio ampliando e
migliorando la qualità della spesa
sociale, tutelando davvero territori
e città (basti pensare agli effetti
del terremoto abruzzese), investendo
in fonti energetiche rinnovabili e
ridistribuendo reddito.
E poi vogliono costruire gli F-35
proprio ai confini del parco
naturale del Ticino, che dovrebbe
quindi sopportare l’impatto dei
collaudi di centinaia e centinaia di
aerei rumorosissimi e certamente
inquinanti, con le relative gravi
conseguenze per la salute e la
qualità della vita degli abitanti
della zona, mentre si potrebbe
riconvertire il sito militare ad uso
civile.
In definitiva, siamo contro gli F-35
perché ci ostiniamo a pensare che
sia possibile vivere in un altro
modo: senza aggredire gli altri
popoli, senza militarizzare il
territorio ed i rapporti sociali,
operando perché cessi davvero la
terribile guerra permanente che
l’occidente dei ricchi conduce
contro i poveri del nord e del sud
del mondo.
Tutti a Novara, quindi, il 02
giugno
2009 alle ore 15.00, davanti alla
stazione ferroviaria in piazza
Garibaldi.
Da lì partiremo per
percorrere le strade della città e
per gridare forte la nostra
opposizione all’ennesima impresa di
morte.
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Contro la militarizzazione dei territori, contro le fabbriche della morte, contro tutte le guerre, per la riconversione dei siti militari ad uso civile, per un diverso modello economico. |
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