MARTEDÌ 24 PRESIDIO A GERENZANO!

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QUANTO VALE LA VITA DI UN LAVORATORE? A Gerenzano (VA), martedì 17 giugno, un lavoratore egiziano,
accompagnato dal fratello e da un amico si è recato presso la ditta
Katon per cui da poco aveva smesso di lavorare, per chiedere il
pagamento delle sue retribuzioni arretrate.
Il figlio del titolare, ha ritenuto opportuno anziché pagare il dovuto
risolvere la questione sparando e uccidendo Said, fratello dell’ex
dipendente.

Spaventato o arrabbiato che fosse, egli ha preferito tirare fuori una pistola piuttosto che i soldi.
Ma allora quanto vale la vita di un lavoratore, magari immigrato,
costretto alla precarietà o al ricatto del permesso di soggiorno?

Ci
fanno credere che il lavoro sia un privilegio che ci concedono i
padroni. Ci costringono a lavori precari, senza diritti, con poca
sicurezza, spesso in nero. E magari qualcuno è disposto anche ad
uccidere, piuttosto che pagarci il dovuto, come è successo a Said, o a
Ion Cazacu, operaio rumeno, ucciso a Gallarate nel 2000, perché non
voleva più lavorare in nero e chiedeva di essere assunto.

Un clima aggravato da una campagna di odio che trova sostegno nel pacchetto sicurezza, i cui obiettivi sono:
– terrorizzare i lavoratori immigrati per impedirne l’organizzazione e la lotta;
– creare divisioni e contraddizioni tra le comunità di immigrati, tra
regolari e cosiddetti irregolari, individuare dei capri espiatori;
– contrapporre i lavoratori italiani a quelli immigrati.
Gli operai continuano a morire sul posto di lavoro con una media di
quattro al giorno per un salario miserabile. Stipendi da fame, che
spesso non arrivano neanche, come succede nei cantieri soprattutto ai
lavoratori stranieri.

QUANTO VALE LA VITA DI UN LAVORATORE? È ORA DI DIRE BASTA!!
Martedì 24 giugno 2008 – dalle 17 alle 20
PRESIDIO IN PIAZZA DEL MUNICIPIO A GERENZANO

Antirazzisti Varese e provincia