Gerenzano: ucciso dal figlio del padrone perchè voleva lo stipendio

(martedì 24, dalle 17: PRESIDIO!)

fonte: varesenews.it

Gerenzano  – Testimone
oculare: parla il fratello dell’operaio freddato perchè chiedeva uno
stipendio. L’omicida ha confessato
“Gli ha puntato la pistola sul cuore e l’ha ammazzato” “Ho lavorato per loro sei mesi poi mi sono licenziato cinque giorni fa,
perchè ho trovato un altro padrone che mi paga di più. Ma il vecchio
padrone mi deve ancora dare lo stipendio di maggio e ho bisogno di
soldi: così ho chiesto a mio fratello di venire a incontrare Edoardo
Fioramonte, per farmi pagare, capito?”. Il titolare della Katon, ieri
alle 14, non c’era, ma il racconto di Abdul Abdel Halim, 27 anni,
spiega perché un gruppetto egiziani sia andato a chiedere dei soldi
nella ditta di edilizia di Gerenzano, dove il figlio del titolare,
Antonio Fioramonte di 19 anni, ha fatto fuoco uccidendo Said Abdel
Halim, 29 anni.

“Volevo solo i soldi, questo è tutto. Il 15 del mese – spiega ancora –
è sempre il giorno di paga, ma era domenica, mi hanno dato appuntamento
a martedì. Quando sono arrivato, il titolare non c’era, così – continua
l’egiziano – sono tornato con mio fratello, due amici, e mia moglie”.
Quest’ultima è italiana, dice di chiamarsi Gaetana, ed è l’ultima
persona che ha parlato con la vittima prima che morisse: “Dovevamo
andare a fare la spesa – racconta – ma prima abbiamo accompagnato Abdul
e Said a parlare con Edoardo Fioramonte. Il figlio ha sparato
dappertutto, Said aveva il petto pieno di sangue, io gli ho tenuto la
ferita, seduta in ginocchio, pensavo l’avesse colpito di striscio e
invece mi è praticamente morto tra le braccia».

Il fratello della vittima, appena uscito dalla caserma dei carabinieri
di Cislago, è sconvolto. Era nervoso, per quello stipendio che, dice,
gli dovevano: “Avevo paura che non lo avrei più recuperato”. Una rabbia
cieca, ce l’ha avuta di certo il ragazzino di 19 anni che ha sparato 14
colpi, dappertutto, spaccando vetri, lasciando sangue a terra. Ma il
colpo mortale sarebbe stato sparato a bruciapelo: “Gli ha puntato la
pistola sul cuore e…. pum, ha sparato, così, come se avesse preso
coraggio dopo aver colpito a casaccio” dice Abdul, che ha già
testimoniato. Antonio si è costituto dopo una fuga con la sua Peugeot
nera, durata solo tre ore. I carabinieri gli hanno fatto terra bruciata
intorno e i familiari lo hanno convinto a tornare sui suoi passi. Lui e
il padre sono stati denunciati perché la pistola era senza permesso.
L’interrogatorio è durato fino a tarda sera, il ragazzo ha confessato.

Il delitto è accaduto in una ditta specializzata in pietre
autobloccanti per l’edilizia, dove ufficio e ditta sono nello stesso
cortile, nel centro del paese. Ogni quindici del mese gli operai
(spesso artigiani in proprio) passano per farsi fare la ricevuta e
prendere i soldi, non di rado qualcuno urla e protesta. Secondo un
artigiano siciliano, che metterebbe la mano sul fuoco sul signor
Fioramonte, è colpa della testa calda degli stranieri. Gli egiziani,
invece, dicono che c’è solo una spiegazione: vengono pagati poco.

Martedi 17 Giugno 2008
Roberto Rotondo