14 MARZO h 15: SARONNO
CORTEO PER IL TELOS E GLI SPAZI SOCIALI
NESSUNO SGOMBERO SENZA RISPOSTA!
comunicato:
Il 15 Gennaio un ingente dispiegamento di forze del disordine,arrivato all’alba in quel di Saronno, si apprestava a sgomberare lo spazio TeLOS,dal 13 Settembre occupato e liberato dai ragazzi del Collettivo la Fenice. Baluardo libertario del basso varesotto, territorio resistente e conflittuale in una delle zone più ricche, addormentate, sottomesse, razziste e ignoranti d’Italia (per quanto ci è dato
sapere)il TeLOS non ha mai da allora cessato di esistere…
Il 15 Gennaio un ingente dispiegamento di forze del disordine,arrivato all’alba in quel di Saronno, si apprestava a sgomberare lo spazio TeLOS,dal 13 Settembre occupato e liberato dai ragazzi del Collettivo la Fenice. Baluardo libertario del basso varesotto, territorio resistente e conflittuale in una delle zone più ricche, addormentate, sottomesse, razziste e ignoranti d’Italia (per quanto ci è dato
sapere)il TeLOS non ha mai da allora cessato di esistere…
Numerosi attacchi susseguitisi nel corso dei 4 mesi di occupazione, il freddo, la neve, l’ostilità di una buona fetta dei padani saronnesi, nonché l’indifferenza di una consistente massa di inutili giovani, già rassegnati ad una vita da zombie cittadini, dalle menti sedate e controllate e dai cuori inariditi, non ha fermato la rabbia, la determinazione, la voglia di lottare e l’amor proprio che spinge da sempre chi ha una idea esagerata di libertà a battersi con ogni mezzo e nonostante ogni difficoltà per la conquista di una vita degna di essere vissuta.
Sono passati quasi due mesi da quel giorno. In mezzo c’è stato lo sgombero di uno dei pezzi di storia del movimento milanese, il Cox 18; in mezzo c’è stata però anche la rioccupazione dello stesso spazio, ad opera di centinaia di persone che con determinazione hanno gridato il proprio diritto ad esistere, la propria rabbia, la propria incapacità di accettare che le cose vadano come stanno andando: peggio, sempre peggio, in un paese oramai sull’orlo (o già oltre) del regime, in cui ogni voce di dissenso viene schiacciata, in cui la propa anda xenofoba è l’arma di un potere sempre più asfissiante, che si autolegittima tramite la diffusione di paura irrazionale, che spinge verso una
fascistizzazione dell’intera società; un potere che difende e propaganda idee revisioniste e razziste, e reprime e cancella ogni legittimità della contestazione.
Ora basta! Non è più tempo di stare fermi a guardare; non si può più credere che l’arma del cambiamento possa essere il dialogo con le forze avverse, la disapprovazione silenziosa, la
condanna degli “estremisti”, l’indignazione, la mediata richiesta di diritti. È tempo di darsi da fare, di fermare l’avanzata di questo potere fascista, è tempo di isolare le istituzioni sinistrorse, attaccate ai proprio privilegi, alle proprie sedie, ai propri stantii e ammuffiti ideali di un mondo che non esiste più. È tempo di lottare, di riappropriarci delle nostre vite, di tramutare l’indignazione in rabbia, la condanna degli estremisti in solidarietà rivoluzionaria, la silenziosa disapprovazione in determinazione e fermezza.
Riprendiamoci ora ciò che ci è stato tolto, tra l’indifferenza e il silenzio dei più, partendo dagli spazi
sociali, fino ad arrivare alle nostre intere città, oramai svendute al capitale, parchi giochi di
palazzinari e speculatori vari, stuprate come stuprato è ogni momento ogni angolo del nostro
pianeta, in nome del progresso e del profitto. Riprendiamoci il diritto e affermiamo il dovere alla
protesta, alla rivolta. Non siamo sudditi, siamo Uomini e Donne, non siamo strumenti del potere,
non siamo strumenti di repressione, non siamo strumenti del profitto.
Gettiamo al vento le loro luccicanti e plasticose vite! Gettiamo al vento il loro progresso, il loro
lavoro, la loro pace sociale, la loro famiglia, il loro danaro. Gettiamoci a capofitto nella rivolta.
Riappropriamoci ORA delle nostre vite.
Attacchiamo il potere, attacchiamo il capitale, ribellarsi è ora più che mai necessario. Stare immobili
a guardare significa rendersi responsabili di questa situazione: non esistono attori e spettatori, la
rassegnazione e l’indifferenza sono complicità!
In solidarietà a tutti gli spazi occupati ed autogestiti, a quelli appena sgomberati, a quelli sotto
sgombero, a quelli appena liberati: nostra è la vita, nostro il futuro!
Collettivo la Fenice
Sono passati quasi due mesi da quel giorno. In mezzo c’è stato lo sgombero di uno dei pezzi di storia del movimento milanese, il Cox 18; in mezzo c’è stata però anche la rioccupazione dello stesso spazio, ad opera di centinaia di persone che con determinazione hanno gridato il proprio diritto ad esistere, la propria rabbia, la propria incapacità di accettare che le cose vadano come stanno andando: peggio, sempre peggio, in un paese oramai sull’orlo (o già oltre) del regime, in cui ogni voce di dissenso viene schiacciata, in cui la propa anda xenofoba è l’arma di un potere sempre più asfissiante, che si autolegittima tramite la diffusione di paura irrazionale, che spinge verso una
fascistizzazione dell’intera società; un potere che difende e propaganda idee revisioniste e razziste, e reprime e cancella ogni legittimità della contestazione.
Ora basta! Non è più tempo di stare fermi a guardare; non si può più credere che l’arma del cambiamento possa essere il dialogo con le forze avverse, la disapprovazione silenziosa, la
condanna degli “estremisti”, l’indignazione, la mediata richiesta di diritti. È tempo di darsi da fare, di fermare l’avanzata di questo potere fascista, è tempo di isolare le istituzioni sinistrorse, attaccate ai proprio privilegi, alle proprie sedie, ai propri stantii e ammuffiti ideali di un mondo che non esiste più. È tempo di lottare, di riappropriarci delle nostre vite, di tramutare l’indignazione in rabbia, la condanna degli estremisti in solidarietà rivoluzionaria, la silenziosa disapprovazione in determinazione e fermezza.
Riprendiamoci ora ciò che ci è stato tolto, tra l’indifferenza e il silenzio dei più, partendo dagli spazi
sociali, fino ad arrivare alle nostre intere città, oramai svendute al capitale, parchi giochi di
palazzinari e speculatori vari, stuprate come stuprato è ogni momento ogni angolo del nostro
pianeta, in nome del progresso e del profitto. Riprendiamoci il diritto e affermiamo il dovere alla
protesta, alla rivolta. Non siamo sudditi, siamo Uomini e Donne, non siamo strumenti del potere,
non siamo strumenti di repressione, non siamo strumenti del profitto.
Gettiamo al vento le loro luccicanti e plasticose vite! Gettiamo al vento il loro progresso, il loro
lavoro, la loro pace sociale, la loro famiglia, il loro danaro. Gettiamoci a capofitto nella rivolta.
Riappropriamoci ORA delle nostre vite.
Attacchiamo il potere, attacchiamo il capitale, ribellarsi è ora più che mai necessario. Stare immobili
a guardare significa rendersi responsabili di questa situazione: non esistono attori e spettatori, la
rassegnazione e l’indifferenza sono complicità!
In solidarietà a tutti gli spazi occupati ed autogestiti, a quelli appena sgomberati, a quelli sotto
sgombero, a quelli appena liberati: nostra è la vita, nostro il futuro!
Collettivo la Fenice