È una giornata importante, non solo per il valore legato alla resistenza partigiana e alla liberazione dal fascismo, ma anche perchè negli anni è stata un’occasione per tante persone di organizzarsi per scendere in piazza, tentando di volta in volta di attualizzare il concetto di liberazione al momento storico, cercando di tenere viva la memoria nelle lotte di oggi.
Tutto questo pervaso dalla costante narrazione mediatica di un Paese in guerra contro un nemico esterno, per battere il quale è necessario sacrificare la propria libertà affidandosi ciecamente alle direttive di chi governa, come se nessuno fosse in grado di scegliere come tutelare se stesso e gli altri.
Pensiamo che i provvedimenti dell’ultimo anno non abbiano a cuore la salute collettiva, bensì il profitto (di pochi).
Per non parlare delle persone considerate sacrificabili: i lavoratori perché necessari ad ogni costo, le persone bollate “improduttive” come anziani, bambini, persone disabili; i detenuti: 14 persone sono state uccise e molti altri massacrati di botte nelle carceri quando nella primavera scorsa si sono ribellati per le condizioni a cui sono costretti quotidianamente, aggravate dal Covid. Non solo: su tutto il territorio nazionale sono in vigore misure di limitazione alle libertà personali, prima fra tutte il coprifuoco seguita dai divieti sugli spostamenti.
Il messaggio è chiaro: anche se in zona rossa le nostre strade sono tornate trafficate, l’aria inquinata e ci affatichiamo a lavorare, ci vogliono costretti a rincasare non appena abbiamo contribuito al nostro dovere.
Sotto molti carceri poi ci sono stati saluti e presidi in solidarietà ai detenuti.
Siamo contenti di vedere che anche nel piccolo del territorio intorno a noi varie realtà e individui hanno continuato in questo anno a incontrarsi e organizzarsi, ognuno a suo modo, per affrontare in modo concreto la quotidianità: campagne di sensibilizzazione su vari temi legati alla gestione della pandemia, manifestazioni e biciclettate, iniziative a favore di una diversa idea di salute e cura, iniziative di solidarietà attiva come una colletta alimentare attiva dall’autunno, la sistemazione di uno spazio pubblico abbandonato -il campetto da basket di via Leonardo da Vinci- e la proposta di iniziative di socialità, culturali, momenti di confronto e di svago liberi e aperti a tutti; sempre vicino a noi i picchetti dei lavoratori di Amazon a Origgio e una serie di presidi in solidarietà ai detenuti nel carcere di Busto Arsizio.
Affinchè il 25 aprile non sia solo una ricorrenza, ma che dia nuova linfa e nuovo slancio alle lotte di ieri, di oggi e di domani, sentiamo nostra la responsabilità di scendere nuovamente in strada nel tentativo di intrecciare le esperienze di chi quotidianamente si batte per il superamento della miseria che siamo abituati a vivere.
Liberarci è necessario. Ieri come oggi.