Oggi lunedì 1 agosto si è svolto un presidio antisfratto in Via Sciesa a Gallarate in solidarietà con la famiglia di Geppy, con moglie e due bambini di quattro e sei anni. Con uno striscione posto in strada, che recita “Troppa gente senza casa, troppe case senza gente” volevamo dimostrare che uniti si vince.
Settimana scorsa la prepotente ufficiale giudiziario, rinviava di soli 5 giorni lo sfratto, dicendo che se venisse sfrattata, la famiglia di Geppy avrebbe guadagnato punti in graduatoria, non curante del fatto che la famiglia sarebbe rimasta per strada. Inoltre a metà settembre uscirà il bando per le case popolari, ai quali Geppy e famiglia si sono iscritti a maggio.
Siamo sempre stati in pochi negli scorsi accessi, questo ha dato modo sia ai proprietari, che all’ufficiale giudiziario di minacciare, ricattare la famiglia sotto sfratto. Oggi gli è andata male. Eravamo una quindicina, e decisi a non far passare nessuno. Prima è arrivata una volante di polizia, poi il proprietario, che galantemente con la macchina voleva investire un presente. Non abbiamo indietreggiato, si è allontanato con la macchina ed è tornato a piedi. Ci siamo incordonati, “da qui non si passa”. La polizia e la digos presente temporeggiavano. Nel mentre arriva l’ufficiale giudiziario che spavaldamente svicolava cercando un modesto dribbling, ma è stata subito bloccata passivamente da tutti noi. Lei, punta nell’orgoglio, blaterava di chiamare le forze dell’ordine che tra l’altro erano già presenti. Dopodichè siamo avanzati col cordone facendo arretrare proprietario, ufficiale giudiziario, digos gridando slogan e riprendendo la posizione iniziale davanti allo striscione.
L’ufficiale giudiziario, proprietario e digos si sono appartati poco distanti, la prima, credendosi la giustiziera del varesotto chiedeva più volte l’intervento della forza pubblica. La polizia se ne è lavata le mani. Il proprietario, poveretto, ha solo altre 3 o 4 case, ed il figlio, che ha ereditato una casona, deve andare a vivere nella topaia dove vive Geppy e famiglia. Scuse ridicole, ma lo stato difende sempre questi ipocriti. Sempre. Il proprietario, testimone di Geova, non ha esitato in questi mesi a minacciare la famiglia, pretendendo lo sfratto dopo che per qualche mese, per motivi di lavoro, non pagava. Ora da un mesetto sia Geppy che la moglie lavorano, e, ingenuamente, lo stesso ha dato dei soldi al proprietario, che molto umilmente se li è presi senza consegnare alcun tipo di ricevuta, ricordando ugualmente che la casa andava liberata.
Questa storia è una delle tante che stanno accadendo in questo periodo. Periodo nel quale lo stato non esita a sfrattare se non paghi, e col sorriso e i tecnicismi ti sbologna da un ufficio all’altro.
Dopo lo sfratto bloccato, siamo andati tutti in comune e la situazione è stata a dir poco assurda:
D’Ajello dei servizi sociali alla domanda “ma che cosa potete fare per risolvere questa situazione risponde “niente” e alla domanda “ma allora cosa ci siete a fare qua?” dichiara “me lo chiedo anch’io”.
L’assessore ai servizi sociali, che ci ha regalato 10 minuti del suo prezioso tempo, dopo aver ribadito “la politica non centra! Questa è una situazione tecnica” ha dichiarato: fate più presidi, però fateli meglio! Così i tempi si allungano e almeno ci leviamo questa situazione.
Incompetenti in comune pagati, ufficiali giudiziari che si credono ranger e polizia che identifica da una parte; una famiglia e dei solidali che non guardano la burocrazia ma la pratica dall’altra, oggi hanno impedito uno sfratto.
Se anche vogliamo guardare le leggi, l’ufficiale giudiziario se ne è andato senza rilasciare nessun rinvio e nessuna comunicazione alla famiglia. Si chiama omissione di atti d’ufficio.
GRUPPO ANTISFRATTO GALLARATE