Incontro con un esponente del movimento parigino degli immigrati

VENERDÌ 26 FEBBRAIO, ore 21, al KINESIS di TRADATE

  

in vista dello sciopero di tutti gli immigrati del 1 marzo, incontro con un esponente del movimento francese degli immigrati:

Orhan Dilber, rifugiato e portavoce del “collettivo turco-curdo” di
Parigi,
componente attiva del movimento parigino degli immigrati.

 

Stampa e diffondi il comunicato o la locandina. Leggi l’intervista a Orhan.

I lavoratori immigrati sono parte integrante del movimento operaio. Essi sono sottoposti allo stesso sfruttamento dei lavoratori nati in Italia, e quelli tra di loro che non hanno il permesso di soggiorno sono spesso oggetto di vere e proprie rapine da parte di una borghesia senza scrupoli, che oltre a pagare salari di fame senza contributi sempre più spesso non paga neppure quanto pattuito, nei campi, sui cantieri, nelle officine, nei ristoranti. E proprio questa vorace borghesia predatrice lancia campagne contro gli immigrati e i clandestini, assecondata dai vari governi con leggi sull’immigrazione sempre più restrittive, fino alla criminalizzazione di chi è senza quel pezzo di plastica che è divenuto sempre più difficile da ottenere. E sono loro, i clandestini e gli immigrati in generale, a pagare il costo più pesante della crisi con la disoccupazione e la privazione dei mezzi di sostentamento.
Molti lavoratori immigrati, coloro che lavorano in fabbrica o sui cantieri a fianco di lavoratori italiani sindacalizzati, si sono già organizzati e sono in prima fila nelle lotte per la difesa delle condizioni di lavoro. Sono sempre più visibili nelle stesse manifestazioni sindacali. In diversi casi ci sono stati scioperi di soli immigrati laddove “cooperative”  che nascondono la peggior forma di sfruttamento – spesso con la connivenza dei sindacati confederali – pensavano  di poter esercitare uno  sfruttamento senza limiti assumendo solo immigrati; e sono stati tra i pochi scioperi vittoriosi di questi anni: dalla DHL di Corteolona alla Bennet di Origgio e la Fiege di Brembio grazie al supporto del sindacalismo militante dello SLAI e della partecipazione di militanti rivoluzionari e antirazzisti. Con queste lotte gli operai immigrati hanno alzato la testa e si sono posti alla testa del movimento operaio italiano, dimostrando che è falsa la tesi nazional-sindacale e socialimperialista che l’immigrazione indebolisce questo movimento e abbassa i salari. Tuttavia la grande maggioranza dei lavoratori immigrati rimane dispersa in una miriade di attività – si pensi alle centinaia di migliaia di badanti e colf, ma anche ai bar e ristoranti, ai piccoli laboratori, e fa fatica a organizzarsi, come anche i lavoratori italiani nelle medesime condizioni.
 A Parigi un anno fa i lavoratori sans papiers hanno organizzato uno sciopero che ha bloccato i bar del centro e il pranzo di migliaia di impiegati, rendendo visibile la propria presenza e iniziando un movimento di lotta per il permesso di soggiorno – ossia la fine della condizione di paria privi dei diritti degli altri lavoratori – che è cresciuto in questi mesi e ha costituito il proprio quartier generale in un enorme edificio governativo occupato da migliaia di immigrati che hanno costituito il “ministero dell’immigrazione”, con gruppi di lavoro, assemblee, seminari, manifestazioni settimanali, tra cui di recente una manifestazione davanti all’ambasciata italiana, contro il governo italiano e in solidarietà con gli immigrati di Rosarno. 
Dalla Francia è anche partita la proposta di una giornata  di lotta dei migranti, lunesì 1 marzo, “24 ore senza di noi”, per rendere visibile l’apporto degli immigrati all’economia, l’indispensabilità della loro presenza per gli stessi autoctoni e per “il paese”.
Si tratta di una proposta prevalentemente mediatica, rilanciata anche dalla stampa italiana, che riteniamo tuttavia utile riprendere con spirito di solidarietà proletaria e internazionalista e non con l’atteggiamento democraticista di chi dice: vedete come vi serviamo bene, quanto siamo utili e carini.
Una giornata che deve essere di lotta, innanzitutto contro il pacchetto sicurezza e per la concessione del permesso di soggiorno a tutti coloro che sono qui per lavorare. Una giornata che deve servire a collegare e organizzare i lavoratori immigrati dispersi, a unirli tra loro al di là della nazionalità, e ai lavoratori italiani più coscienti, a far crescere la coscienza di classe tra gli  stessi lavoratori e giovani italiani, contro le sirene patriottiche e leghiste.

 A questo scopo abbiamo organizzato
VENERDÌ 26 FEBBRAIO al KINESIS di TRADATE
(via carducci 3 – tel/fax 0331 811662 – kinesis.tradate@gmail.com)
un incontro con un esponente del movimento francese degli immigrati:

Orhan Dilber, rifugiato e portavoce del “collettivo turco-curdo” di Parigi (già la sua composizione ne testimonia il carattere non etnico o nazionale, ma internazionalista) che conta 1.300 aderenti ed è componente attiva del movimento parigino degli immigrati. Egli riferirà da protagonista sullo stato e le potenzialità del movimento francese dei sans papiers e le lotte politiche sul terreno dell’immigrazione in Francia. Un utile termine di paragone per il movimento nostrano, e il possibile inizio di collegamento internazionalista per una lotta comune.

COMBAT
KINESIS AUTOGESTITO