Questa non vuole che essere una ricostruzione, parziale senza dubbio, di ciò che è avvenuto il 19 marzo a Saronno. A breve diffonderemo un comunicato e informazioni precise sulla situazione del ragazzo in stato di arresto. Per ora sappiamo solo che si trova nel carcere di Busto, il reato contestatogli dovrebbe essere resistenza aggravata e lesioni.
Il 19/3 Saronno è stata attraversata da oltre 400 persone, saronnesi e non, scesi in piazza per dare una risposta alla infame repressione della questura di Varese, che in Febbraio aveva consegnato 12 avvisi orali ad altrettanti/e ragazze/i attive in provincia.
Dall’altra parte il solito spropositato dispiegamento di forze del dis-ordine non ci ha impedito di scandire slogan contro il razzismo, il nucleare, i CIE e l’ondata di repressione che ha colpito ogni opposizione della nostra provincia; sono stati fatti vari interventi, sono state imbrattate con della vernice alcune banche, diffusi vari volantini sull’emergenza abitativa, sulla speculazione edilizia, sull’eco-disastro nucleare giapponese.
Questo fiume di idee deve aver notevolmente irritato chi fa dell’obbedienza la propria ragion di vita, e sin da inizio corteo la digos, spinta non certo dalla solidarietà, voleva restare in piazza con i manifestanti. L’irritazione deve essere aumentata a dismisura quando, sotto un temporale furioso, tra scrosci di pioggia e grandine, i manifestanti non solo non si sono dati per vinti, ma al contrario, come per rispondere al temporale, si sono fatti più rumorosi e i cori sono stati urlati con più forza e frequenza. Sotto la pioggia ci si è galvanizzati, si rideva della grandine e del vento, si rideva degli sbirri che si stavano prendendo tutta quell’acqua perché “di turno”, mentre dall’altra parte ci si gustava ogni goccia.
E’ stata anche quest’euforia a portarci a deviare il corteo, e a tentare di passare per il centro città, precedentemente negato dalla questura (si sa, le idee sono pericolose, quindi è meglio che rimangano imbottigliate nel traffico cittadino). I poliziotti bagnati e infreddoliti hanno titubato, i manifestanti, carichi e entusiasti, sono straripati e si sono presi una prima via del centro. Neanche il tempo di ricompattarsi e a fondo corteo, tra la celere l’irritazione monta: per non aver saputo arginare il fiume in piena, per essere bagnati e in servizio, per i cazziatoni dei superiori.
Il nervosismo, si sa, crea disastri. E così, a freddo, e del tutto inaspettatamente, mentre dall’altra parte una parte della digos autorizzava il nuovo percorso, alle spalle le forze del dis-ordine partono con una prima carica, provocata dal cercare di spingere avanti un corteo che dall’altra parte veniva bloccato dalla stessa polizia; fortunatamente i compagni riescono ad arginare questo primo attacco (non senza subirne i colpi, dato che alcune teste sono state aperte), scongiurando scenari di caccia all’uomo per tutta la città. Il corteo cerca di ricompattarsi in Piazza della Libertà mentre le forze di polizia tentano di riorganizzarsi, ma la tensione è alta e appena imboccata via Garibaldi avviene una seconda carica a cui viene data una seconda risposta. A questo punto si palesa l’incapacità dei funzionari di piazza a contenere gli stessi celerini che dovrebbero controllare.
Dal canto nostro non possiamo che rivendicare le pratiche utilizzate per diffondere il nostro pensiero, per farci sentire e anche per difenderci dalla violenza delle forze di polizia.
Ritornata la calma il corteo si è sciolto in stazione (dopo aver percorso le strade che fin dall’entrata in centro si volevano percorrere: a cosa sarebbero servite quindi queste cariche, dato che il corteo non si è sciolto, non ha cambiato percorso, non stava provocando scontri con chicchessia né attaccando alcunché? L’unico obbiettivo datosi dalla polizia pare essere quello di impedirci di comunicare con le poche persone rimaste nel centro di Saronno).
Purtroppo nella giornata di domenica apprendiamo che un ragazzo di Milano è stato arrestato e condotto al carcere di Busto Arsizio. Nei prossimi giorni speriamo di poter dare più informazioni.
Ringraziamo tutte le realtà e le individualità che hanno preso parte attivamente al corteo, trasformandolo davvero in un momento non solo di protesta e conflitto ma anche di confronto e supporto reciproco.
Con buona pace di chi ci ha avvisati, noi non siamo disposti a chinare la testa di fronte a questi soprusi e risponderemo colpo su colpo alla loro violenza, alla loro prepotenza.
Oscar subito libero!
TeLOS