Giovedì 15/1 un ingente dispiegamento di forze del dis-ordine, polizia, carabinieri e digos, ha provveduto allo sgombero dello spazio occupato TeLOS, a cui sono seguiti i lavori di devastazione degli operai, che oltre ad aver chiuso ogni possibile accesso alla struttura hanno distrutto varie parti dello stabile (il tetto e parecchi muri interni) per renderlo a tutti gli effetti inutilizzabile.
La proprietà è così rientrata in possesso dello stabile di via Concordia 2, in cui nella prossima primavera rinascerà la rigogliosa piantagione di ambrosia già presente prima dell’occupazione, fino a che uno dei soliti palazzinari della zona non deciderà di riqualificare l’area, costruendo qualche bel nuovo palazzo, con la benedizione dei politicanti saronnesi, e rendendo felici numerosi degli abitanti delle altre palazzine site nella zona, che potranno vivere silenziosamente nel loro incubo claustrofobico fatto di paure, solitudine, emarginazione, tanto lavoro, tanta televisione e pochi pensieri. La politica ha convinto queste persone che la città sia insicura, pericolosa, che uscire la sera sia un terno al lotto con la propria vita come posta in palio, che la socialità si debba fare di fronte ad uno schermo, che il divertimento si debba pagare molto caro e che il lavoro sia uno dei pochi scopi nelle nostre vite.
Hanno cercato di convincervi che siamo noi i criminali, i ladri , quando invece vi stanno derubando giorno per giorno della vostra vita, della vostra libertà, del vostro libero pensare.
Noi proponiamo un modello di città e di vita differenti. Dove il territorio non è una risorsa da cui trarre profitto, dove la politica non è fatta da una ristretta cerchia di professionisti manovrati dagli interessi economici, capaci solo di utilizzare le paure della gente per raggiungere i proprio scopi elettorali e sempre più disposti a fare leva sugli istinti più bassi delle persone per portare a casa il potere necessario a…
Noi proponiamo una città diversa, dove non si abbia paura del vicino, dove non si emargini il diverso, dove tutto non sia sottomesso al progresso, al profitto e al consumo, dove la televisione funzioni solo da portasoprammobili, dove le cose non siano più importanti delle persone, dei sentimenti, dei bisogni, dell’ambiente e della vita stessa.
Uno stabile abbandonato, un rifiuto della società del profitto, questo schiacciasassi che non si fa scrupoli a devastare tutto ciò che gli si pone davanti e che non vede uomini, donne, animali, piante, ma solo risorse e possibilità di profitto, per noi è invece una immensa ricchezza, è la possibilità di ridare vita ad un angolo di città, per farlo rivivere, per dimostrare che esistono altre prospettive possibili, che ciò che sembra essere ora un luogo inutile al capitale e alla politica, può essere per la città una grande risorsa, uno spazio vitale. L’autogestione è l’arma della nostra alternativa, un’alternativa possibile e concreta, nonostante tutti gli sforzi per cercare di affossarla.
Ma la dittatura demo-plutocratica non ammette alternative a se stessa. Ecco così che uno spazio sociale capace di accendere la passione di decine di persone, di aprire una alternativa a decine di ragazzi e non solo, capace di concretizzare in un attimo quello che mai prima si era visto nelle nostre zone, viene cancellato. Riecco i muri alle finestre, le entrate sbarrate e il cemento; la loro utilità non è quella di chiudere noi fuori, come cercano di far credere. La loro utilità è invece quella di continuare a farvi avere paura, paura di vivere una vita diversa da quella che fate. Le sbarre servono a dimostrare che non ci possono essere alternative. Servono a murare le speranze di libertà di chi ancora sa cosa significa questa parola.
Ma non importa. Mentre lo spazio di via Concordia aspetta di essere riqualificato, noi continueremo invece a proseguire nelle nostre lotte, perché non vogliamo rassegnarci ad accettare il pensiero unico che ci viene imposto. Un altro spazio viene murato, un altro spazio sarà liberato.
Il TeLOS è ovunque, il TeLOS è nei nostri cuori!
Territorio Libero Occupato Saronnese