Stiamo dalla parte di Gaza

Volantino distribuitito durante la manifestazione del 10 gennaio a Varese. 

Stiamo
dalla parte di Gaza perché siamo uomini e siamo donne, e vediamo uomini
e donne a Gaza patire sotto i bombardamenti e stretti nell’assedio. Il
loro terrore è terrore di uomini e di donne, così come il loro
sgomento. Il loro terrore e il loro sgomento sono i nostri.

È in nome del nostro essere uomini che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché gli uomini e le donne di Gaza
resistono. Le spalle all’abisso, difendono ostinati se stessi e la
propria umanità da chi li vorrebbe vittime mute dei giochi della
geopolitica, schiavi mansueti nell’Ordine del mondo.
È invocando questa ostinazione che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché coloro che si arricchiscono sulla
tragedia degli uomini e delle donne di Gaza sono gli stessi che si
arricchiscono sulle nostre spalle. Chi produce i missili che li
colpiscono, i cingolati che li schiacciano, persino le divise che
insultano gli uomini e le donne di Gaza sono gli stessi che qui ci
fanno morire nelle fabbriche, nei cantieri o in mezzo alla strada.
È sventolando questa consapevolezza come una bandiera che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché gli uomini e le donne di Gaza sono
chiusi in una enorme gabbia, e vivono già ora quello che sembra essere
il domani comune del mondo: fuori il fresco dei giardini e il benessere
tranquillo per i padroni, dentro la miseria, la calca e la violenza per
gli sfruttati. In mezzo, il filo spinato.
È per sfuggire a questo futuro che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza circondata e bombardata.
Stiamo dalla parte di Gaza che resiste.
Stiamo dalla loro parte. Stiamo dalla nostra parte.