La notizia della richiesta di sottoposizione a Sorveglianza Speciale per la durata di 3 anni, notificata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio ad un esponente del movimento contro il green pass, non può che lasciarci disarmati ed esterrefatti.
L’udienza che era prevista per questa mattina è stata rinviata al 22 settembre alle 09:30 al Tribunale di Milano, sicuramente positivo per la costruzione della difesa, ma che significa anche mesi per la persona con l’insicurezza di sapere del proprio futuro. Questo provvedimento, oltre a qualificare il destinatario come soggetto pericoloso per la sicurezza pubblica, può comportare misure che vanno dall’ammonimento orale da parte del questore al foglio di via obbligatorio da un luogo diverso dalla residenza, dal divieto di soggiorno all’obbligo di soggiorno in un luogo specifico, fino al divieto – in caso di condanna – di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente, […] nonche’ programmi informatici ed altri strumenti di cifratura o crittazione di conversazioni e messaggi, dal sottostare a coprifuoco, al divieto di partecipare a riunioni pubbliche, alla sospensione della patente di guida.
Lungi dall’essere una forma di protezione della società questa scelta della Procura,qualora fosse confermata, lascerebbe una nuova macchia d’infamia indelebile sul ruolo delle istituzioni democratiche e su tutto il potere giudiziario, fin troppo debole, fin troppo permeabile da posizioni politiche e influenze dell’esecutivo.
Studenti contro il Green Pass, Trieste