
25 aprile, ore 10, Piazza Libertà, Saronno
#1 – COPRIFUOCO
L’origine del termine coprifuoco si riferisce ad un’usanza medievale per cui ogni sera le persone coprivano il fuoco con la cenere per evitare incendi notturni.
Oggi il coprifuoco ha il preciso scopo di ridurre al minimo le fiamme che potrebbero divampare per la rabbia delle persone, private di una grossa parte della propria libertà.
Nell’anno trascorso dall’inizio della pandemia, la paura ha pervaso cuori e menti. Propagandata dal governo tramite i media che, con un linguaggio da bollettino di guerra, ci ricordano ogni giorno il bilancio dei morti e dei contagiati, ha come obiettivo di rendere forte e chiaro alla popolazione una richiesta di sudditanza assoluta e indiscutibile.
La paura, per sua natura, cancella il dubbio e rende necessaria la presenza di qualcuno che ci dica cosa fare per salvarci: ed ecco il momento perfetto per lo Stato di scoccare frecce che di sicuro faranno centro. Tutte le misure restrittive, come il coprifuoco, infatti, sono state accettate in Italia senza nessuna protesta degna di nota, in questo modo sono riusciti a limitare le nostre vite a quello che è considerato necessario: produrre e consumare, eliminando completamente la possibilità di incontrarsi e confrontarsi, vivere.
Quello che viviamo oggi però non è accaduto all’improvviso a causa della pandemia ma proviene da un lungo percorso fatto di gentrificazione di interi quartieri e differenziazione dei soggetti, tra quelli ligi alle regole, in modo acritico, e quelli che si pongono delle domande alle imposizioni. Una deriva verso un essere umano ubbidiente ai diktat, ad esso imposti, e mansueto.
Quello che viviamo oggi però non è accaduto all’improvviso a causa della pandemia ma proviene da un lungo percorso fatto di gentrificazione di interi quartieri e differenziazione dei soggetti, tra quelli ligi alle regole, in modo acritico, e quelli che si pongono delle domande alle imposizioni. Una deriva verso un essere umano ubbidiente ai diktat, ad esso imposti, e mansueto.
Per fare un esempio concreto pensiamo al “controllo del vicinato”: oltre ad essere uno strumento che invita alla delazione e la normalizza come qualcosa di giusto e necessario, è perfetto per la ricerca della pecora nera della società, del capro espiatorio. Ogni volta diverso: il nero, il barbone, la prostituta, il ragazzino col cappuccio a tarda notte.
La costruzione di persone o gruppi di persone che minacciano il quieto vivere della comunità, facilita l’accettazione di regole assurde per il decoro delle città che, nel nostro tempo libero, ci vuole consumatori sempre, spendendo nei negozi, centri commerciali, ristoranti e discoteche oppure chiusi ognuno a casa propria. A Saronno qualche anno fa, un provvedimento comunale impediva di mangiare un panino sugli scalini delle Chiese, di sedersi sugli schienali delle panchine, di sciacquarsi la faccia alle fontanelle e naturalmente di bere alcolici per strada o nei parchi pubblici. I vigili giravano per il centro città e per i parchi tutti tronfi di poter multare i ragazzini seduti sugli schienali delle panchine a bere una birra.
Wow sceriffi, ottimo lavoro! Ora sì che stiamo tutti meglio!
Il controllo che stiamo subendo oggi tramite le restrizioni alle nostre libertà è l’evoluzione di meccanismi e cambiamenti già in atto da tempo, come anche il Daspo urbano e il Decreto Sicurezza che tra il 2017 e il 2018, per mano di governi di sinistra e di destra, hanno dato l’ennesima sfoltita alle nostre libertà, rafforzando il controllo del territorio e delle persone, la repressione per chi non intende sottostare ai dettami imposti.
Crediamo quindi che il coprifuoco nulla abbia a che fare con la nostra salute. La nostra tutela viene usata, da più di un anno, come spauracchio per far passare come buono e giusto ogni provvedimento liberticida.
Siamo convinti che ogni uomo e ogni donna ha bisogno di relazioni umane, dei propri affetti, di nuove conoscenze. Questo è un fatto innegabile e impedirlo con decreti e multe è un atto di privazione della libertà da parte dello Stato.
Non stiamo negando l’esistenza di un virus. Stiamo mettendo in discussione la gestione che ne fanno.
Scacciamo la paura, riprendiamoci i nostri dubbi nella speranza di soffiare su ogni possibile principio di incendio che alimenta il fuoco della libertà e della conoscenza.