Dal Collettivo Adespota di Saronno:
Può capitare, in una piccola cittadella lombarda, di ascoltare durante una colletta alimentare – per la quale nessuno deve chiedere autorizzazione a nessuno – frasi del tipo “non potete stare qua, questa parte di suolo è territorio del supermercato!”. A parlare, attraverso le vesti di un commesso più agitato di altri, è la mentalità che la fa da padrona negli ultimi due decenni: apparenza, decoro, imbecille rispetto acritico della legalità. Pur tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e il carrello solidale da sei mesi continua imperterrito a riempirsi e svuotarsi, attorno a esso continuano a intrecciarsi vissuti.
E tuttavia, durante la medesima mattinata, può capitare di ascoltare anche altre frasi: “ragazzi, state attenti che là c’è qualcuno che sta chiamando i Carabinieri per mandarvi via”. A parlare, attraverso le vesti di un avventore del supermercato è la solidarietà, quella sempre più rara capacità di riconoscersi negli uguali e di schierarsi al fianco di qualcuno. Tempo di capire da dove fosse partita la delazione e il problema viene affrontato alla radice “scusi ma che problemi ha con la colletta alimentare?” “Voi fate frode ed estorsione” risponde il Codice Penale attraverso i panni di un signore attempato decisamente ligio alla dura legge,”non ci credo che raccogliete davvero cibo per i poveri”. Durante il fiume di parole che ne segue il carrello, sotto ai suoi occhi, si riempie e si svuota, mani lasciano, occhi sorridono, mani prendono. Attonito per l’inaspettata sorpresa – talvolta le cose sono realmente come sembrano essere – il signore fa i numerosi e necessari passi indietro, si scusa e addirittura rimanda ad un futuro in cui sosterrebbe la causa.
E fino qua, dite voi, normale amministrazione.
Ma qualche minuto dopo, mentre il carrello semi-svuotato viene riposto insieme a cartelloni e volantini, arriva la macchina di Carabinieri chiamata dal ligio difensore dell’amor patrio. Vengono presi i documenti a chi si trovava presente al momento. Durante le lungaggini vetero-burocratiche tipiche di questi momenti alcuni carrelli usciti in ritardo dal supermercato ci rincorrono per chiedere di poter lasciare qualche sacchetto pieno di solidarietà (pasta, sughi, scatolame, olio), e mentre sorridiamo questi carrelli ritardatari chiedono conto ai tutori dell’ordine di ciò che stanno facendo: “Ma cosa fate? Perché dovete infastidire i ragazzi che fanno solidarietà? Siete davvero fenomenali, dovete solo che vergognarvi, loro aiutano il popolo e voi cosa fate? Vergogna!”. Presi a male parole i Carabinieri accorciano i tempi delle lungaggini burocratiche, rilasciano i documenti e optano per una rapida uscita di scena.
La storia sarebbe più avvincente e ricca di particolari se raccontata vis a vis, e ci rendiamo conto possa essere considerata pochissima cosa, tuttavia a noi sembrava importante e doveroso diffonderla per raccontare, una volta tanto, come la solidarietà possa sostituirsi all’egoismo e all’indifferenza, e come dietro a una piccola cosa come un carrello solidale possano concentrarsi energie e intese, e non ultimo per rinfrancare lo spirito, perché, al di là di tutto, siamo tornati a casa con un gran sorriso.