Quest’anno pandemico è stato un’ulteriore occasione per aumentare le distanze tra chi ha sempre meno e chi accumula sempre più.
Le misure di contrasto alla diffusione di un virus, imposte dall’alto, diventano un’opportunità per ridisegnare un mondo di sottomessi, asservito al capitalismo. I governi espletano il loro compito repressivo decretando il dovere di privarsi di qualsiasi socialità reale, autorizzando unicamente il lavoro. Si assottiglia sempre più la differenza tra essere umano e macchina, dedita esclusivamente alla produzione ed al consumo.
Nel mezzo del torpore, in cui per molti pare non vi sia altra soluzione che obbedire, si fa largo il malcontento, il semplice lamentarsi a molti non basta più.
A tutti loro ci rivolgiamo.