VARESE: DA BLOOD HONOUR A DO.RA. TIFOSERIA ED ESTREMA DESTRA.
Blood Honour Varese annuncia che domenica 16 settembre, finita la partita di calcio allo stadio cittadino Franco Ossola, festeggerà, con fiumi di birra, i vent’anni della propria esistenza .
IL SIMBOLO E IL SUO SIGNIFICATO
In effetti, nel logo figura l’anno di nascita, 1998, sotto al simbolo della runa protogermanica Othala, che tradizionalmente significa fedeltà al sangue Ma che, in chiave moderna, è stata simbolo della divisione delle Waffen SS Prinz Eugen, composta in parte di volontari, una delle più feroci, macchiatasi di diversi crimini. Fu impegnata a partire dal 1942 nella repressione antipartigiana nei Balcani. Nel 1943, dopo l’armistizio, effettuò il disarmo dei soldati italiani sulla costa dalmata, dove compì il massacro di Trilj (Treglia) contro gli ufficiali della divisione Bergamo, pur dopo la loro resa. D’altronde, il nome Blood and Honour è la versione inglese di Blut und Ehre, sangue e onore, che dal 1926 era stato il motto della Gioventù Hitleriana, nonché il titolo di un’opera di Alfred Rosenberg, ideologo del partito nazista, giustiziato nel 1946 dopo il processo di Norimberga. Nel 1987 prese questo nome di Blood & Honour un’organizzazione internazionale di band e promotion musicale legata alla RAC, Rock against Communism. Fu fondata in Inghilterra da Jan Stuart Donaldson, leader della band Skrewdriver, inneggiante al White Power e basata esplicitamente sulla teoria nazista: «White Power! For England!/White Power! Today!/White Power! For Britain / Before it gets too late» (Finché non sia troppo tardi).
BH si diffuse in molti paesi e fu sciolta in Germania e in Spagna.
BH NELLA TIFOSERIA VARESOTTA. UNA STORIA MOVIMENTATA.
A Varese questa sigla si costituì nel 1998 all’interno della tifoseria calcistica, prima affiancandosi ai Boys e ai Viking, poi soppiantandoli nel 2001 dopo vivaci regolamenti di conti. Il gruppo raggiunse fino a 200 aderenti, molti con precedenti penali. Fra il 1999 e il 2001 presero di mira cittadini extracomunitari, realtà politiche, associazionistiche e sindacali come Cgil, Anpi e Rifondazione, nonché giornali del territorio rei di pubblicare articoli critici nei loro confronti. Tra i capi del gruppo emersero figure come Filadelfio Vasi, classe 1976, che dal 2001 in avanti venne ripetutamente incriminato, arrestato e condannato per reati quali lesioni, tentato omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, rapina a mano armata, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata evasione.
Un altro leader fu Saverio Tibaldi, che nel 2003, per sfuggire alle condanne pendenti per atti di violenza e spaccio di stupefacenti si rese latitante e abbandonò l’Italia; venne successivamente ucciso a coltellate a Torremolinos (Spagna) in circostanze mai ben chiarite. La sua morte violenta lo fece diventare un eroe della tifoseria, che gli ha reso regolarmente reso omaggio con striscioni e cori durante le partite. Tra il 2009 e il 2011 altri membri del gruppo furono arrestati e incriminati per traffico di sostanze stupefacenti.
In ambito calcistico, nei primi anni 2000 i BH fecero una violenta opposizione all’ingaggio nel Varese di giocatori neri, culminata in aggressioni perpetrate a danno dei calciatori stessi. Si scatenarono poi in una campagna di contestazione contro squadra e dirigenza, culminata nel raid vandalico perpetrato nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2004 allo stadio Franco Ossola, sul cui prato vennero piantate 11 croci di legno, mentre le panchine e la pista del velodromo vennero imbrattate con graffiti ingiuriosi.
Un anno dopo, nel 2005, la violenza debordò in ambito extracalcistico a seguito dell’omicidio dell’ultrà 23enne Claudio Meggiorin, accoltellato da due cittadini di nazionalità albanese la sera dell’11 giugno mentre cercava di sedare una rissa all’esterno del bar di sua proprietà nel comune di Besano. Due giorni dopo si formò un corteo non autorizzato che scandiva slogan minacciosi contro i cittadini extracomunitari, composto da tifosi e attivisti, alcuni dei quali si diedero ad atti di violenza contro un poliziotto e un cittadino albanese. Due ultras furono tratti in arresto e successivamente condannati per lesioni aggravate.
La rifondazione del Varese e la ripartenza dalle leghe dilettantistiche nella stagione 2004-2005 coincisero con una ”pacificazione” della situazione del tifo organizzato, che peraltro si era ridotto a poche decine di elementi, interrotta attorno al 2010 dalle contestazioni a sfondo razziale contro l’attaccante nigeriano Osarimen Ebagua. Nella stagione 2014-2015 gli scarsi risultati della squadra (poi retrocessa in Lega Pro) e le difficoltà della società, oberata di debiti, scatenarono il risentimento della curva, fino al raid vandalico condotto nella notte tra il 17 e il 18 aprile 2015 all’interno dello stadio, che devastò il campo da gioco e le infrastrutture con danni quantificabili in migliaia di euro.
Nell’agosto 2018 la Questura di Pavia emise un “daspo” contro alcuni tifosi di BH Curva Nord per esposizione di simboli vietati sul berretto, ovvero la runa Odal. «Fate il vostro lavoro, se così lo volete chiamare, diffidateci tutti, ma fino all’ultimo resisteremo e resteremo in piedi con fierezza. Senza rancore…solo ODIO!», risposero i curvatoli in un comunicato.
Da BH a DO.RA. LA GALASSIA NERA.
Ora dall’ambiente sportivo spostiamoci nel campo politico propriamente detto e nella sua galassia, che nel varesotto arriverà fino a Do.Ra., la Comunità militante dei dodici raggi.
Nel 1997 aveva incominciato a sventolare lo stendardo degli Ultras 7 Laghi, con in nero i due martelli degli Hammerskin incrociati, che seguivano il Varese FC e la Pallacanestro Varese. Dal 1993 erano attivi gli Skinheads Varese, che in una loro presentazione dichiaravano: «L’ispirazione da subito inconfutabilmente fu quella di ispirazione nazionalsocialista e di matrice pagana». In campo musicale si erano sviluppate le band di Civico 88 (ricordiamo che il doppio 8 significa “Heil Hitler”, dato che la “h” è l’ottava lettera dell’alfabato) e poi quella dei Garrota (dal nome dello strumento di morte usato fino all’ultimo dal regime franchista). Nel 2017 gli Ultras 7 Laghi chiudevano, fondendosi con Blood and Honour.
Nel frattempo membri di tutti questi gruppi avevano dato vita nel 2012 alla Comunità dei Dodici Raggi (Do.Ra.). Non possiamo quindi, parlando dei BH, esimerci dal presentare questa organizzazione. I “dodici raggi” sono quelli del Sole Nero, “Schwarze Sonne”, evocativo delle tradizioni religiose degli antichi popoli germanici, riprese dal misticismo nazista di Heinrich Himmler. In effetti nel castello tedesco di Wewelsburg, un tempo sede operativa delle SS, al centro della sala principale degli Obergruppenführer (comandanti superiori) c’è appunto il Sole nero con 12 raggi.
La sede della Comunità è a Caidate, una frazione di Sumirago. In questi anni hanno regolarmente celebrato il genetliaco di Hitler (20 aprile). Sono saliti al sacrario di Duno, al Campo dei Fiori, ove si svolse nel novembre 1943 la battaglia partigiana del San Martino, a omaggiare i ”martiri tedeschi” («Sacro Monte, Campo dei Fiori / immensa ferita nei nostri cuori» dice uno striscione che BH esibisce allo stadio). Nel 2014 avevano piantato attorno al sacrario partigiano 200 “rune di algiz” (simboli usati sulle tombe delle SS accanto alla data della morte) e avevano affisso uno striscione con la scritta «Guerriero d’Europa risorgi». Nel 2017 hanno organizzato un referendum on line in cui chiedono che venga messa fuorilegge l’Anpi, che deve essere «chiusa fino all’ultima sezione», e che «vengano processati per crimini di guerra tutti i partigiani ancora in vita». Hanno organizzato ronde contro gli immigrati con lo slogan «Varese ai Varesini» e contestazioni dei Gay Pride. Hanno esposto striscioni minatori contro il giornalista Paolo Berizzi («infame»), reo di avere documentato la loro attività.
FINALMENTE ENTRA IN AZIONE LA PROCURA
Finché, nel dicembre 2017, su ordine della Procura presso il Tribunale di Busto Arsizio, con il coordinamento del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione Centrale della Polizia, gli agenti della Digos hanno posti i sigilli alla loro sede, e il presidente Alessandro Limido e altri membri sono stati incriminati per «ricostituzione del disciolto partito fascista».
UN VICESINDACO DALLE IDEE CONFUSE…
Il 9 giugno 2018 Do.Ra. ha fatto un presidio davanti alla Procura di Busto Arsizio. E alla sera ha organizzato un’iniziativa pubblica presso la sala consiliare di Gazzada Schianno, concessa dal Comune leghista per la presentazione di un libro dello stesso Limido sulle atrocità dei partigiani. Alle polemiche che si sono susseguite per la concessione della sala, il vicesindaco Marco Maffiolini ha dichiarato con stupore infastidito: «Abbiamo già dato in passato la sala all’Anpi, non vedo per quale ragione avremmo dovuto negarla a Do.Ra. Non sappiamo più cosa dire! Perché nel caso dell’Anpi nessuno ha avuto qualcosa da obiettare?».
Insomma, Anpi e Do.Ra. pari sono.
… E UN PRESIDENTE DALLE “IDEE CHIARE”
Alessandro Limido, presidente di Do.Ra., rispetto all’accusa per la quale è sotto indagine, ha dichiarato: «Sono nazista. Sono fascista. Sono nazional socialista. la penso così. Ricostituire il partito fascista? Magari. Ma l’accusa non sta in piedi. Purtroppo non abbiamo la forza per fare una cosa del genere». «Mi hanno paragonato a Mussolini: ingiustamente e immeritatamente. È stato un uomo grande. Non ho quella forza» (da un’intervista alla Provincia di Varese del 13 dicembre 2017).
Limido nega anche che ci sia mai stato l’Olocausto, ma solo molti morti a causa della guerra, «che, si sa, è sempre una brutta cosa». E che, d’altra parte era stata provocata dagli ebrei contro la Germania, la quale comunque «aveva ragione».
«Solidarietà con DoRa», espongono allo stadio i tifosi di Blood & Honour Varese.
E così il cerchio fra tifo ed estrema destra si chiude. Questa è l’aria che tira dalle parti di Varese.
GENNARO GATTO – OSSERVATORIO DEMOCRATICO
SULLE NUOVE DESTRE – VARESE
13 Settembre 2018