Fonte: Lo Stroligh
Anacronistico e surreale, ecco come appare l’accordo firmato dall’assessore Gianangelo Tosi e l’associazione cattolica “Difendere la vita con Maria”, che prevede l’utilizzo di parte del campo 12 bis del cimitero comunale di Saronno per la tumulazione dei feti abortivi, spontanei o volontari, con tanto di cerimonia mensile e data di sepoltura.
“I genitori hanno 24 ore di tempo per scegliere cosa fare, dopo questa tempistica interveniamo noi.” afferma il presidente dell’associazione Don Maurizio Gagliardini.
Trascorse le 24 ore, dunque, i feti potranno essere richiesti per la sepoltura senza alcuna autorizzazione né tanto meno consultazione della persona da cui provengono, prevaricando così ogni scelta privata e imponendo una cerimonia che ha un chiaro carattere moralizzatore.
Non per nulla infatti questi feti vengono erroneamente definiti “bambini non nati” a cui “restituire dignità” con l’atto della sepoltura; una visione del tutto soggettiva che implica di riflesso l’idea dell’aborto come un’azione abominevole e violenta contro una possibile vita, se non addirittura contro un bambino.
La questione, come nel resto della penisola italiana, viene ovviamente strumentalizzata dai vari politici, che tra una chiacchiera, un accordo e qualche uscita in bella vista sui media, tentano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, mettendosi in bocca parole di amore e pietà mentre strizzano un occhio all’elettorato cattolico e l’altro occhio ai nostalgici degli anni ’20.
A far troppi occhiolini però si rischia di non vedere bene il mondo che si ha intorno.