Giovedì sera, il 25 Agosto, intorno a mezzanotte e mezza, ad una serata del festival “End Summer Fest”, che si svolge al campo sportivo di Castronno (Varese), si presentano una decina di nazi appartenenti a DO.RA (Comunità militante dei Dodici Raggi), gruppo di naziskin di Varese. Iniziano a guardarsi attorno, e presto si accorgono della presenza di alcuni compagni che si trovano lì per far serata. Non tardano le prime provocazioni: insulti e minacce; presto tutto sfocia in alcuni momenti di tensione durante i quali volano schiaffi e spintoni. Il tutto va avanti per qualche minuto davanti agli occhi di decine di persone, presenti alla festa, che però non intervengono. La situazione è insostenibile per via del netto svantaggio numerico. I compagni decidono quindi di andare via e vengono seguiti, lame alle mani: tutti riescono però a salire in macchina prima di essere affettati.
A questo punto i nazi tornano verso l’ingresso della festa e ne nasce un parapiglia con ragazzi e ragazze del posto: minacce, spintoni e qualche pugno. Qualcuno chiama gli sbirri e, poco prima dell’arrivo di due pattuglie di carabinieri, anche i nazi salgono a bordo delle loro auto e se ne vanno.
Anche negli anni scorsi, è capitato più volte che si presentassero alle serate dell’End Summer Fest ma mai avevano alzato il tiro in questo modo: si limitavano a sguardi torvi e ronde nei parcheggi.
Precisiamo che il festival è organizzato da un’associazione giovanile di Castronno che nulla ha a che vedere con le realtà politiche della zona.
La sensazione dei presenti è che fosse una questione di territorio, di fazioni e di prova di forza. La sola presenza ad una serata qualunque nel loro territorio, è vissuta come una provocazione e allora ecco le spedizioni punitive.
Un modo di ragionare che invece non ci appartiene: non abbiamo mai sentito il bisogno né di rivendicare la nostra presenza nella città di Varese e dintorni né, tanto meno, di rivendicare la “proprietà” di un certo territorio.
Questo tipo di atteggiamento lo lasciamo volentieri ad altri; i nostri interessi, le nostre vite sono altrove.
In tutta Italia personaggi di questa risma stanno sempre più alzando la testa; a Varese non è la prima volta che avvengono episodi di questo genere, non solo nei confronti di antifascisti ma anche di omosessuali e stranieri; probabilmente quello di giovedì non sarà nemmeno l’ultimo.
Tutte queste aggressioni trovano l’indifferenza della maggior parte delle persone, tutte troppo prese da altro per rendersi conto di cosa succede nella loro città: gruppi violenti, spesso armati, che girano indisturbati con il tacito “lascia fare” di istituzioni e polizia.
Non rimane che affrontare la situazione, non lasciandosi sorprendere impreparati, e con l’intelligenza collettiva e la solidarietà: in situazioni simili nessuno verrà lasciato solo. Uniti siamo forti.
gli/le antifascisti/e presenti