Come assemblea antifascista del saronnese riteniamo importante esprimere la massima indignazione contro la recente proposta di sorveglianza speciale richiesta dalla Questura di Varese nei confronti di un nostro amico e compagno di lotta attivo da anni sul territorio di Saronno.
La sorveglianza speciale, ‘pena del sospetto’ è una misura preventiva risalente al codice Rocco del trentennio fascista e mira a escludere da un ambiente sociale una persona a fronte di una condotta ritenuta potenzialmente pericolosa.
Pone divieti come la partecipazione ad assemblee e iniziative pubbliche; impedisce la frequentazione di altri pregiudicati e impone l’obbligo a rientrare in casa negli orari notturni o quello di non allontanarsi dal comune di residenza.
Una misura coercitiva di tale peso è stata invocata negli ultimi anni principalmente per soggetti implicati in fatti di mafia, per ‘ chi compie abitualmente traffici delittuosi’ o a ‘chi vive del traffico delittuoso’.
Il caso specifico del ragazzo di Saronno è alquanto diverso.
La sua fedina penale non vede alcun reato passato in giudicato; l’unica motivazione presentata dalla Questura è una fumosa ‘pericolosità sociale’ che va a ‘turbare la tranquillità’, a fronte della sua partecipazione a svariate lotte sociali sul territorio.
La tranquillità è un valore da difendere? Ci chiediamo, e ci diamo facilmente risposta, quale sia la tranquillità che tanto sta a cuore alla Questura e alle istituzioni, di destra o sinistra.
È quella tranquillità che criminalizza il dissenso e devasta i territori; la stessa che sgombra le famiglie incapienti da case che rimangono sfitte e che rinchiude i migranti nei CIE; è la tranquillità di chi non si fa problemi ad avvelenare le falde acquifere o a espropriare e devastare terreni in nome del progresso.
Se questa è la tranquillità turbata allora noi rivendichiamo con orgoglio il titolo di disturbatori; non interromperemo la nostra militanza antifascista e anti autoritaria e rimarremo al fianco di chi rischia di essere privato di una bella fetta di libertà perchè non accetta lo stato di cose vigente.
E’ assolutamente chiaro il messaggio della questura: intimidire chi non si accontenta dello status quo e decide che alle idee debbano corrispondere sempre azioni, grandi o piccole che siano, che tendano al cambiamento della realtà in cui si vive.
Noi, come assemblea antifascista, rispondiamo che tale intimidazione non funziona e non intaccherà la nostra determinazione.
Scriveva De Andrè:
E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte (Canzone del Maggio)