Nel pomeriggio di Giovedì 2 Ottobre, Salvatore de Magistris si è incatenato davanti al comune di Busto Arsizio.
Sotto sfratto, ha ottenuto l’assegnazione di una casa popolare dell’ALER. Ma a sua insaputa è stato truffato: ha dovuto pagare 2600 euro, per ottenere le chiavi della casa, senza la possibilità di poterla visionare. L’appartamento è stato dichiarato inagibile dall’Asl: una catapecchia pericolante, un insulto alla dignità umana.Non ha la minima intenzione di portare a vivere lì la sua famiglia numerosa.
Solidali con la famiglia abbiamo improvvisato un rumoroso presidio sotto il comune di Busto Arsizio: è uscito il nervoso assessore ai servizi sociali Cislaghi, il quale ha inizialmente sbraitato che “la casa a loro assegnata è agibile!”, per poi chiamare in suo aiuto i carabinieri e infine dichiarare di “non avere altre soluzioni”. Salvatore, incatenato, ribadiva di volere una soluzione scritta nero su bianco o di lì non si sarebbe mosso.
L’assessore Cislaghi ha pensato bene di nascondersi in qualche ufficio del comune per lavarsene le mani: nonostante fosse stato visto in giro per i corridoi, ai portinai dava ordine di riferire che se ne fosse andato.
Salvatore, malato di diabete, ha deciso di slegarsi intorno alle 9 di sera per poter riposare e riprendere la battaglia l’indomani presso il suo palazzo: era previsto lo sfratto esecutivo con la presenza della forza pubblica.
Venerdì 3 Ottobre.
Una trentina di persone si ritrovano in via Ippolito Nievo, dove vive la famiglia de Magistris.
Salvatore è determinato: o arriva una soluzione scritta, o si resisterà allo sfratto costi quello che costi, continuando ad oltranza la mobilitazione.
Intorno alle 12.30 si è presentato il fabbro per “cambiare la serratura” ma è stato prontamente allontanato con determinazione dai solidali e da Salvatore: “Oggi non ci sarà nessuno sfratto!”
Poco dopo si è presentato l’ufficiale giudiziario scortato da una decina di agenti DIGOS e Carabinieri. Viene offerta una soluzione: due mesi di rinvio dello sfratto (affitto a spese del comune), tempo necessario per ristrutturare l’appartamento a lui assegnato (a spese di Aler). Salvatore accetta, ma le condizioni sono chiare: se entro quel giorno la casa non sarà agibile, la mobilitazione sarà molto più dura.
Conclusione:
Fino alle 15 di giovedì, l’idea del comune di Busto Arsizio era quella di sfrattare la famiglia De Magistris per mandarla a vivere in una topaia fatiscente, ma una durissima opposizione portata avanti dalla determinazione di Salvatore e da un numeroso gruppo di solidali ha dovuto far cambiare idea ai signori del comune.
In due giorni di lotta abbiamo ottenuto il blocco dello sfratto per due mesi e gli abbiamo imposto la ristrutturazione dell’immobile a spese loro: tutto questo non sarebbe mai successo se Salvatore fosse rimasto da solo.
E’ stata una bellissima VITTORIA: di Salvatore, della sua famiglia e di tutti! La dimostrazione concreta che unendosi è possibile resistere e vincere le battaglie, mentre soli si è vittime delle loro truffe, dei loro abusi e della loro sopraffazione.
Questo è solo l’inizio!