L’accusa di “terrorismo” indirizzata al movimento No Tav, per ciò che questo movimento esprime e simboleggia, è un avviso per tutti, per qualsiasi protesta che voglia risultare incisiva. Alla base di questo “salto di qualità” repressivo sta la percezione da parte dello Stato dell’inarrestabilità di questo movimento, rimarcata con forza anche dalla sua assunzione etico-politica della pratica del sabotaggio. Con queste accuse spropositate la procura di Torino sostiene quindi una tesi squisitamente politica, senza peritarsi di forzare apertamente il piano giuridico, forte di una “copertura giornalistica” a dir poco compiacente e di un avallo che dal Colle al Partito Unico di Polizia fa da sponda al Racket del Tav. Il castello accusatorio costruito contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò) è stato studiato apposta per intimorire tutte le lotte che, anche grazie all’esempio della Val di Susa, stanno crescendo in tutto il Paese. Dalla Val di Susa ai facchini di Bologna, dalla Celere nelle università agli sgomberi degli spazi, dalle condanne per il 15 ottobre alle accuse di associazione a delinquere per ultras, writer e compagni organizzati, dalla spietata rappresaglia contro i migranti in rivolta nei CIE fino all’ultimo eclatante attacco repressivo contro il movimento di lotta per la casa romano e i disoccupati napoletani.
Per questi motivi il movimento No Tav ha indetto e proposto per il 22 febbraio una giornata di mobilitazione e di lotta in tutta Italia.
A Milano un corteo si snoderà per le arterie metropolitane invitando a partecipare chiunque resiste e si batte contro tutte le nocività, siano esse inceneritori, devastazioni e saccheggi dei territori, contro le istituzioni totali o contro l’avvilimento di un’esistenza sottoposta agli eterni ricatti dei padroni, nel lavoro, per la casa, per la sopravvivenza. Semplicemente, per una vita altra. Il territorio metropolitano milanese e lombardo è attualmente oggetto di un’immane predazione spartitoria a opera dei “soliti noti” sotto il magico mantra del Grande Evento di Expo 2015. È un concatenamento di operazioni gravide di effetti devastatori, come nel caso della Martesana, dove una agricoltura secolare va sparendo sotto colate di ce•mento utili solo a inutili autostrade, o delle nuove intraprese dei signori del petrolio che, grazie a tasse statali bassissime, investono inquinando sia l’aria sia le falde acquifere. Qui, come altrove, l’esigenza di opporre resistenze variegate, determinate e convergenti contro questo incedere distruttivo cerca da tempo le proprie forme: dalle occupazione di case alla lotta contro gli sfratti, dalla conflittualità nei settori della logistica all’esperienza No Canal, numerosi sono gli esempi di autorganizzazione in questa direzione.
Raccogliendo l’appello della Valle nel Milanese si svolgerà una settimana di mobilitazione diffusa.
Tale mobilitazione sfocerà in un corteo NO TAV con concentramento alle ore 14 in Piazza XXV Aprile.
CONTRO IL TAV E IL MONDO CHE LO PRODUCE
PER RILANCIARE LE LOTTE LOCALI
CONTRO L’ACCUSA DI TERRORISMO E LA CRIMINALIZZAZIONE DI CHI LOTTA
IN SOLIDARIETA’ E PER LA LIBERAZIONE DI CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’
PERCHè CHI ATTACCA ALCUNI DI NOI, ATTACCA TUTTI
TERRORISTA è CHI DEVASTA E SACCHEGGIA I TERRITORI E LE VITE DI CHI LI ABITA!