Egregio Sindaco,
Leggendo fatti di cronaca locale relative all’occupazione dell’area dell’ex macello e della situazione venutasi a creare con i ragazzi che occupano detta area, mi è balzata agli occhi una frase che La prego di voler confermare o smentire, nel caso non fosse corretta. La frase nello specifico, virgolettata e quindi non ascrivibile all’interpretazione del giornalista in questione (Le cito la fonte che troverà al link qui riportato http://ilsaronno.it/?p=1903), sarebbe la seguente: “non è affar vostro sapere dove troviamo i soldi”. Ora, se effettivamente pronunciata la frase mi pare al tempo stesso grave, classista, discriminatoria, sospetta.
Grave mi pare perché non dovrebbe mai è poi mai palesarsi nel gioco democratico una non volontà di essere trasparenti nelle proprie scelte e decisioni che riguardano il bene comune.
Classista, perché indirizzata genericamente a dei ragazzi, come se la giovane età fosse una colpa o un limite. Si tratta di individui maggiorenni, con tanto di diritto di voto. Adulti a tutti gli effetti e quindi meritevoli in quanto tali di una risposta puntuale.
Discriminatoria perché stabilisce in linea di principio che ci siano persone a cui queste spiegazioni sono dovute ed altre persone a cui queste stesse non lo sono. La logica è quindi nei fatti discriminatoria.
Sospetta perché lascia adito a sospetti circa il fatto che vi possano essere questioni sottese di dubbia chiarezza. E che in quanto tali non sia possibile essere immediatamente trasparenti nei confronti dei propri interlocutori.
Ovviamente si tratta di interpretazioni ex post e non di accuse. Tuttavia gradirei conoscere il motivo per cui – se le cose si sono svolte nel modo riportato sulla stampa locale – Lei non ha avuto lo scrupolo di dare spiegazioni puntuali ed esaustive in materia.
Questa volta glielo chiedo io. Non un facinoroso occupante di suolo pubblico. Ma un semplice elettore 42 enne, libero professionista che ha a cuore, più ancora delle sorti dell’ex macello, l’onestà e la trasparenza di chi amministra la città.
A risentirci, spero.
(firma)