Per Sabato 22 settembre come Comitato AutoOrganizzato Saronnesi Senza Casa avevamo indetto un corteo contro sfratti e sgomberi. In circa un centinaio siamo così scesi nelle strade di Saronno per proporre, ancora una volta, delle alternative ai modelli di vita imposti, ma soprattutto per rivendicare il bisogno di un tetto sotto cui vivere e la necessità di prenderselo. Il caro prezzi, infatti, per quanto riguarda il mercato immobiliare, impedisce a una grossa fetta della popolazione di poterselo permettere, perché la spesa legata alla casa è enorme e limita così il vivere impegnandolo in una necessità continua di produrre denaro per pagare affitti, mutui, e altre trovate capitaliste che non vorremmo nemmeno dover contemplare.
La quantità di forze dell’ordine per un corteo di un centinaio di persone era, come al solito, sproporzionata e paralizzante per la città stessa. Il dispositivo repressivo ha infatti bloccato il centro cittadino dal primo pomeriggio fino a sera, cercando in questo modo di allontanare curiosi e interessati. Soprattutto nelle vie del centro si è potuto notare come i dirigenti della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza abbiano giocato con le loro pedine, schierando qua e là cordoni a protezione del centro pedonale, già in passato attraversato da diversi cortei, autorizzati e non. L’intento era sicuramente quello di isolarci. Inutile sottolineare come non ci siano minimamente riusciti. Durante tutto il percorso, partito dalla stazione e finito nel quartiere Matteotti, le persone incontrate erano incuriosite, sorridenti, solidali, divertite dai numerosi cori e manifesti “occupasi” comparsi di fianco ad alcune agenzie immobiliari della città. Alcune persone le abbiamo sentite e viste anche incazzate per lo sperpero di soldi che lo Stato impiega in giornate come questa.
Il quartiere Matteotti in particolare ci ha accolto con piacere ed entusiasmo: abbiamo portato un po’ di vita in una zona ai margini della ridente-Saronno-per bene, insieme ai nostri contenuti e qualche proposta a quei problemi legati alla casa che qui, più che altrove, sono all’ordine del giorno.
Come spesso accade dopo una giornata vissuta come quella di sabato,hanno iniziato a ciarlare parolai, politici e giornalisti. Abbiamo letto dei “finalmente una giornata tranquilla” o “per una volta niente incidenti”; ai soliti e inutili tentativi di distinguere tra cortei pacifici e violenti, tra buoni e cattivi, vogliamo rispondere così: “catastrofe è ogni giorno in cui non succede niente”. E noi crediamo che sabato qualcosa sia successo: abbiamo urlato, scritto e diffuso le nostre idee; il nostro obiettivo è quello di portare avanti la lotta per la casa, per mostrare a chi ne ha bisogno che ci sono strade alternative agli sfratti e agli sgomberi, che la solidarietà tra le persone è un’arma potente con cui poter resistere.
Le sensazioni del post-corteo sono più che positive, abbiamo avuto il riscontro che ci aspettavamo, a Saronno c’è un problema “case” e su questa questione, in virtù anche delle nostre personali esperienze, crediamo di poterci spendere.
Il percorso è lungo e irto di ostacoli, ma questo corteo così come l’occupazione del 13 luglio sono segnali positivi che ci dimostrano quanto sia giusta la strada imboccata.
Avanti tutta!