Qualche parola dopo l’incontro pubblico su pgt e aree dismesse di lunedì sera. Sensazioni, idee e prospettive.
Come è noto da anni stiamo occupando la punta dell’iceberg abbandonato, l’area comunemente nota come Isotta-Fraschini. In più di 3 anni abbiamo “recuperato” (per usare la terminologia cara ai Palazzi) una fabbrica e una casa disastrate, le abbiamo messe in sicurezza, ora c’è uno spazio abitativo, una palestra popolare, un cineforum settimanale, serate musicali, incontri, presentazioni di libri, uno spazio di consultazione e di acquisto libri e opuscoli, un free shop…
Accade però che un giorno veniamo a sapere che l’area su cui abitiamo e viviamo è inserita in un mega progetto di “riqualificazione” (sempre per essere capiti da Lor Signori, noi avremmo preferito chiamarla “speculazione”). Si vocifera di centri commerciali, e tutti storcono il naso. Si vocifera di compensazioni e di un infinito parco cittadino, e tutti sembrano abbozzare un sorriso.
Non c’è bisogno di essere anarchici brutti e cattivi per non credere alle fandonie che cadono dal cielo, ed è evidente che dietro questo progetto si nascondono chissà quali interessi, chissà quali mani, chissà quali progetti.
Non c’è bisogno di essere anarchici brutti e cattivi per vedere che questo fantomatico parco, che da solo dovrebbe compensare le peggiori porcate, esiste già. Basterebbe affacciarsi oltre un muretto che da su via Milano per vederlo.
Succede poi che l’amministrazione comunale di centro-sinistra indica una serie di 3 incontri “partecipativi” aperti alla cittadinanza, il primo dei quali ieri sera (18 giugno 2012). Com’è noto non ci piace che qualcuno decida al posto nostro, ci presentiamo quindi all’incontro con un volantino, dal provocatorio titolo: PARTECIPAZIONE E’ AUTOGESTIONE. Lo distribuiamo alla gente che malgrado caldo, afa e partita riempirà la piccolissima sala Gianetti (inutile dire che ci sfugge del tutto il senso di organizzare incontri aperti alla cittadinanza in una sala che contiene solo 40 persone, la dice lunga sul concetto di partecipazione tipico della Politica istituzionale).
L’introduzione del relatore pagato ad hoc dal Comune ci riempie di gioia, dice infatti di voler prendere spunto dal nostro volantino e chiede la partecipazione del pubblico accorso per autogestire la serata e la questione aree dismesse. Noi un po’ sbigottiti applaudiamo con vigore ed entusiasmo e prendiamo alla lettera il relatore, prendiamo parola ed esterniamo le nostre perplessità, il nostro scetticismo verso incontri che a nostro vedere servono solo per far credere alla gente di contare qualcosa, quando nei fatti le decisioni vengono prese nei Palazzi di Comune e Regione.
E da questo momento, tolta la maschera di ipocrisia che era alla base di questo incontro, è un susseguirsi di interventi da parte della gente che spiegano all’assessore e al relatore che la partecipazione non è come la intendono loro, non c’è partecipazione e autogestione se non c’è orizzontalità, se non c’è trasparenza, se non c’è la volontà e la possibilità per la gente che vive la città di deciderne il futuro e il presente. I toni si fanno accesi, la sguardo dell’assessore sempre più cupo. Il giochetto della falsa partecipazione non è passato. La gente vuole partecipazione e autogestione reale, vera.
E sono proprio questi gli incontri che porteremo avanti, con la gente, orizzontali, senza sigle e leader, consapevoli che di fronte al potere della gente che decide per sé e per la propria vita il potere dell’amministrazione comunale diventa ben poca cosa.
Il clima a Saronno si fa interessante, abbiamo tutta la volontà e la determinazione necessaria per percorrere questo cammino con chiunque senta impellente la voglia di vivere e decidere per sé, di autorganizzarsi e autogestirsi.
TeLOS