… ovvero come 20 ragazzi hanno imparato a non avere paura
VENERDI’
Si sapeva già da un po’ di giorni tra pochi intimi, ma la telefonata arriva verso le 4 di ieri: “ragazzi, abbiamo occupato il tenca”.
quando si arriva lì sotto si scopre che non sono solo quelli del collettivo, all’interno ci sono almeno una 50ina di persone che vagano per i corridoi del terzo piano della scuola, la loro scuola, e si organizzano per resistere.
si barricano dentro, inseguiti da una professoressa che capisce con orrore che ogni mediazione è saltata, che gli studenti si stanno prendendo la scuola. in poco tempo inizia ad arrivare la prima sbirraglia, un’occhiata dentro come ogni occupazione ma la preside e le vicepresidi insistono, vanno buttati fuori, subito!
anche sotto la gente inizia ad aumentare, i ragazzi della stamperia occupata, vicini di casa del tenca e solidali con ogni tipo di occupazione, alcuni ex alunni del quartiere abituati a ben altri tempi: sembrano mille anni fa ma in realtà sono solo tre o quattro.
e arrivano anche i primi tenchini, un po’timorosi, un po’ alla spicciolata, un po’indecisi sul da farsi, questi mattacchioni del collettivo cosa si sono messi in testa???
i ragazzi da su continuano a chiamare, ogni tanto si affacciano mentre la digos inizia a fare le prime pressioni psicologiche per farli desistere subito, ma da subito si nota che la trattativa non c’è, i ragazzi resistono e rifiutano qualsiasi mediazione dei professori.
sotto i tenchini aumentano, iniziano i primi cori e in cortile si vede un certo fermento sbirresco, segno che forse la situazione non è così semplice, forse questi matti del tenca non sono proprio quattro ragazzini sprovveduti…
arrivano i primi genitori, alcuni un po’ presi male altri molto carichi, alcuni tirano fuori la frase “ai miei tempi” appena arrivano e chi è furbo gli legge negli occhi la voglia che avrebbero di rifarla loro un’occupazione.
i primi disturbatori non ci mettono molto ad arrivare, il primo un professore di religione che evidentemente non contento di prendere un doppio stipendio da stato e curia per insegnare una materia che non esiste, inizia a pontificare sul fatto che i ragazzi resisteranno al massimo fino a sera..se lo dice lui…
Dalla presidenza della scuola i primi segni di squlibrio, le mamme presenti ricevono un messaggio che recita:” a scuola stato di agitazione, si prega di parlare con i vostri figli e tenerli a casa”. Sono in delirio, lo facciamo sapere ai ragazzi su che ridono, tanto lo sanno come sono fatti questi insegnanti al tenca. La mamma che arriva per ultima maledice un po’ i suoi pargoli, due e tutti e due dentro, poi anche lei ricorda i tempi andati ed è subito solidale.
Tra gli studenti venuti a portare sostegno si intravede un gruppetto, sono quelli della lista moderata e appena arrivati iniziano subito a buttare merda sull’occupazione, qualcuno ci va a parlare, i più li ignorano mentre blaterano di un fantomatico accordo con la preside per un’autogestione, i ragazzi da su ci fanno sapere chi sono e da quel momento in poi vengono lasciati alla loro frustrazione.
grossi movimenti di polizia non se ne vedono ma dalla presidenza pare che partano urla, gli occupanti non danno margini di trattativa, la scuola è occupata punto e basta mentre il sostegno da sotto aumenta.
esce un grosso gruppo di occupanti dalle scale antincendio, quelli sotto temono sia finita ma su erano tantissimi, loro non potevano dormire qui e un po’ a malincuore abbandonano i loro compagni, l’occupazione continua.
dopo un bel po preside e vicepreside decidono di mostrarsi in tutta la loro bellezza e scendono le scale scortate dalla polizia, pur di non beccarsi gli insulti rischiano di finire sotto una macchina e annunciano che vanno a firmare le denunce, la gente sotto porge loro i più sentiti auguri.
da sopra abbiamo i primi segni di cedimento, i ragazzi sfasano un po’ tra loro, la pressione e la tensione si fanno sentire forti, ma bastano due cori da sotto ogni tanto per farli uscire da quella finestra in cui tutti guardano. ogni tanto qualcuno di loro si fa prendere dallo sconforto ma ci sono gli altri, i compagni, una sigaretta insieme nell’aula e si torna a guardar giù. la gente sotto cala di numero, è ora di cena, i ragazzi promettono che non molleranno, noi promettiamo che non saranno soli, la polizia resta lì sotto ma hanno le facce di chi vuole solo andare a casa a mangiare.
un po’ di gente si accorda per provare a raggiungere i ragazzi, sono tutti molto giovani e sono tutti poco esperti, ma possono dormire fuori e hanno grinta da vendere, ci si deve organizzare per forza. come per magia arrivano un pentolone di pasta e torte salate varie insieme a un po’ di nuovi tenchini, su aumentano di numero si rifocillano e calano uno striscione, ora sono convintissimi. una mamma dice, ho parlato con mio figlio ma non sembra più lui: è invasato, sarà l’effetto tetto…saluti e abbracci della buonanotte, domattina sarà una battaglia, i ragazzi però hanno il sorriso di chi non molla un centimetro. tanto freddo perchè da bravi babascioni non si sono portati i sacchi a pelo.
SABATO
La telefonata arriva come un pugno in faccia, ore sei e venti, ci hanno sgomberato. subito gli altri studenti e chi vuol dare supporto si muove verso il tenca. situazione ridicola, per venti minorenni hanno mobilitato l’esercito: camionette in antisommossa e digos al gran completo. i ragazzi da su sono terrorizzati: gli sbirri hanno fatto irruzione e li stanno identificando. parecchia gente inizia a radunarsi sotto scuola, è quella che deve entrare a fare lezione…o forse no?
qualcuno gestisce la situazione giù con un passaparola e spiega a tutti cosa sta succedendo, le persone si dicono scandalizzate e pronte a stare con i ragazzi. dopo qualche attimo li convinciamo ad affacciarsi, scoppia il delirio, i digos tentano di tenerli a freno ma da sotto l’applauso è di quelli da brividi, i cori contro la preside fanno capire subito ai più accorti come andrà la giornata.
i venti folli(?) scendono, li accolgono gli abbracci dei loro compagni, la digos guarda, rosica, e invita la gente a entrare insieme a qualche sparuto genitore che evidentemente stamattina non doveva lavorare.
nessuno entra se non pochi babbi mentre un rapido passaparola dice: oggi non entra nessuno. per qualche attimo si improvvisa un blocco stradale, i venti più altri all’inizio sono ancora scossi dal risveglio ma ad ogni coro si ricaricano piano piano, facce stanche ma rabbia tanta, bisogna fare qualcosa. un attimo di consulto generale, una megafonata finto-distensiva e poi….truc….magia, la scuola travolge preside vice-preside digos bidelli che invitavano a entrare e di fatto entra, compatta. vaneggiamenti di denunce e repressioni sono già dimenticati, ora la scuola è loro e lo sanno. alcuni professori tentano di frenare la massa appendendosi alle giacche ma vengono trascinati anche loro mentre in palestra inizia un’assemblea occupata, si legge il programma, si parla delle motivazioni, nel mezzo anche qualche coro per la preside e per gli studenti che tentavano una mediazione che ora stanno rosicando più che mai e pronosticano conseguenze disastrose tra cui l’ingresso in forze della celere. ormai non li ascolta più nessuno, il tempo della mediazione con sbirri e presidi è finito, si parte con il tenca occupato.
per tutta la mattina collettivi inframezzati da vari interventi di disturbo della presidenza tra cui: due loschi individui che si aggirano parlando di imminenti cariche nei corridoi(!), il triplo suono della campanella(evacuazione), professori che cercano di far valere quel che rimane della loro autorità minacciando sospensioni mentre la gente non se li fila più.
altri professori parlano con gli studenti e partecipano ai collettivi, fottendosene allegramente del terrorismo della preside, e si intravedono anche un paio dei genitori di ieri, ve l’avevamo detto che volevano occupare anche loro…
i collettivi allìinterno procedono come treni, uno sul femminismo, uno sull’omosessualità, uno sulla repressione scolastica, in un’aula fanno dell’ottima musica in un’enorme jam session. i collettivi non dicono le solite robe trite e ritrite, tutti hanno voglia di parlare e si spazia moltissimo su mille argomenti. alla faccia di chi diceva che l’occupazione è inutile e serve solo a saltare la scuola…questa è la scuola…nulla viene rotto all’interno, nessuna scritta sui muri, persino troppo bravi questi tenchini, alla faccia dei gufacci della malora che dicevano che la scuola sarebbe stata danneggiata.
l’assemblea conclusiva non si tiene in palestra, gliel’hanno chiusa con gesto simpatico ed amabile e i saggi tenchini non forzano nemmeno quella porta, la cassa col microfono in corridioio e si parla tutti lì.
si conclude con un partecipatissimo pranzo sociale e alla fine hanno tutti la faccia di chi sa di aver fatto una figata immensa e sa di essere solo all’inizio. quando alle tre si esce i bidelli si guardano stupefatti, non sanno che i ragazzi sono usciti con una determinazione addosso diecimila volte più forte di prima.
QUESTO CONTRIBUTO VUOLE ESSERE UNO SPUNTO PER TUTTE LE SCUOLE DI MILANO, VISTI GLI SGOMBERI IMMEDIATI DEGLI ULTIMI GIORNI, QUESTA è LA DIMOSTRAZIONE CHE UNITI SI VINCE, AL DI Là DI TUTTE LE DIVERGENZE INTERNE è FINITO IL TEMPO DELLA MEDIAZIONE, DIMOSTRIAMO LA NOSTRA FORZA REALE. TENCA, BOTTONI, CARAVAGGIO HANNO DATO UNA GRANDE PROVA DI CORAGGIO E FORZA, ORA è TEMPO CHE TUTTI VADANO AVANTI IN QUESTA DIREZIONE. INVITAMO TUTTI I COLLETTIVI AD ORGANIZZARSI PER PRENDERSI LE SCUOLE E GARANTIAMO SOSTEGNO MATERIALE, LEGALE E AFFETTIVO A CHIUNQUE SI METTA IN QUESTA AVVENTURA.
Studenti incazzati senza paura