SOPRUSI E RIBELLIONI, CHE GIORNALI E TV NON DICONO…
Sabato 7 novembre, al CIE di via Corelli, la situazione intollerabile suscita le proteste dei detenuti.
Seguono i soliti pestaggi da parte dei guardiani. La Croce Rossa, che
non vede e non sente, distribuisce sedativi. La polizia entra, prende a
caso quattro ragazzi giovanissimi (da poco internati), li fa uscire
camminando gattoni per umiliarli e poi li porta in Commissariato in
stato di arresto.
Domenica 8, appena la notizia si diffonde, un
gruppo di solidali si reca in via Corelli e inscenano una protesta. Dal
Centro, i reclusi rispondono: urlano, battono sulle sbarre, tutti
insieme gridano «Libertà! Libertà!».
Lunedì 9, il Tribunale di Milano conferma l’arresto dei giovani
prelevati in via Corelli. Sono internati nel carcere di San Vittore con
l’accusa di resistenza e lesioni.
Martedì 10, un gruppo di solidali si raduna sotto il CIE via
Corelli e riprende battitura, botti e fuochi d’artificio. Da dentro, la
risposta è forte come sempre. Dopo solo 15 minuti, esce la polizia in
assetto antisommossa e si schiera a fianco alla jeep militare che
presidia l’ingresso.
Venerdì 13, alla sei del mattino, un forte spiegamento di forze
dell’ordine (circa 90 agenti tra carabinieri e polizia di Stato,
guidati da Digos e nucleo informativo) circonda lo stabile di Ripa di
Porta Ticinese 83.
Gli agenti irrompono nell’edificio e arrestano tre giovani studenti
(altri due sono prelevati in abitazioni diverse), con l’accusa di
rapina e lesioni. Sono sospettati di aver stampato senza pagare qualche
centinaio di volantini presso la libreria universitaria CUSL, gestita
da Comunione e Liberazione. Uno di loro viene portato a San Vittore,
gli altri sono sottoposti agli arresti domiciliari. In base all’accusa,
rischiano da 4 a 10 anni di galera.
La sera, un centinaio di persone si ritrova presso le case popolari
occupate%2